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De La principessa spaventapasseri ne ho sentito parlare bene dal primo giorno, da prima in realtà.
Passando per l’Arf e sapendo che Federico Rossi Edrighi sarebbe stato lì a presentarlo, ho pensato bene di andare anche da lui a conquistare una dedica.
Ho aperto il libro e, come ogni nuovo acquisto, l’ho sfogliato velocemente per capirne lo stile, i font, i colori. L’ho richiuso e tornata a casa l’ho poggiato sopra la spaventosa pila di altri libri da cominciare.
Finalmente oggi mi sono decisa. Dico “finalmente” perché La principessa spaventapasseri è stata davvero una sorpresa.
Appena lo apri non puoi più tornare indietro, sei costretto a finirlo senza interruzioni.
Prima pagina. Ci si ritrova a pensare a Van Gogh e un attimo dopo sei dentro un’antica leggenda.
Hai un sussulto e sai già di essere stata conquistata. La diffidenza, così come i primi dubbi, sembra già lontana.
Sì, perché devo ammettere di avere avuto qualche resistenza iniziale, di non essere stata entusiasmata alla prima impressione. Non è il genere di illustrazioni che mi colpisce o mi fa sognare. Ma ecco il mio primo sorriso, ed è bello quando le tue convinzioni vengono stravolte, a me non accade quasi mai.
“È quando i campi sono in rigoglio, quando il cielo si fa torba e la terra si fa oro.
Quando è il tempo dei raccolti più enfi che arriva.
L’imbroglione, il ladro, il bevitore di occhi.
La nube nera che tutto divora. Il Re dei Corvi”.
Parte così tutto. La signora Moore e suo figlio son due scrittori di successo, decidono di trasferirsi in un paesino di campagna per approfondire degli studi per il nuovo romanzo: la leggenda del re dei corvi. L’altra figlia, Morrigan, nel pieno dei suoi quattordici anni, è la protagonista insieme alla sua poca immaginabile gioia, il suo carattere scontroso e le tipiche insoddisfazioni e lamentele dei ragazzi di quell’età.
Nonostante sia fiaba anche per i più giovani, quello che colpisce è il suo non essere banale. Una storia ma soprattutto un finale non scontato. Troppo spesso ultimamente chiudendo un libro o una graphic novel ne rimanevo insoddisfatta. Finali troppo aperti o troppo intuibili fin dalle prime pagine. Frettolosi o senza alcun senso. Bravo Federico, stupiscimi ancora.
Nota di merito anche per la assoluta integrazione dei disegni, dei baloon, dello stile con il filare della storia.
Complementarietà è la parola chiave. A partire dai colori.
Ma anche il tratto secco, semplice ma molto inciso, che pare perfetto e non è mai forzato, non disturba mai. Tratto spigoloso ma sviluppo non rigido, campiture piene senza troppi fronzoli, non sono necessari.
La storia di Morrigan Moore, adolescente arrabbiata in una nuova città, pur nella sua essenzialità, coinvolge. È dinamica, pungente, avvincente. E stupisce pagina dopo pagina. Ci ricorda che, a volte, anche l’egoismo può essere sano e che anche i cattivi forse hanno un cuore. Ma, ecco, vi ho già detto troppo.
Difficile trovare graphic novel così. E se per trovarle bisogna cercare fra il libri consigliati a un pubblico più giovane, be’, che importa.
Mordi un’anteprima de La principessa spaventapasseri qui
La principessa spaventapasseri
Autore: Federico Rossi Edrighi
Casa editrice: Bao Publishing
Genere: Scomode verità che scopri crescendo
Pagine: 160
Formato e rilegatura: Cartonato 15 x 21
Data di pubblicazione: 16/06/16
© Elisa Marchegiani