Mostra: +++++
Accessibilità: +++++
Acqui Terme è una deliziosa cittadina in provincia di Alessandria famosa per i suoi stabilimenti termali, la fontana cittadina da cui sgorga acqua a 74.5°C chiamata La Bollente, ed il Brachetto, ottimo vino rosso frizzante ed aromatico.
Qui, da 46 estati a questa parte, il piano terra del centralissimo Palazzo Saracco ospita mostre antologiche sui maggiori esponenti della pittura del '900. Quest’anno, dal 15 luglio al 3 settembre 2017, è il turno di “Chagall, il colore dei sogni”, una selezione di opere dell’artista ebreo tra oli, stampe e litografie.
Sembra quasi un miracolo che il piano terra del Liceo classico Saracco possa trasformarsi in un ambiente così adatto ad ospitare opere tanto preziose! Il progetto dell’architetto Adolfo Francesco Carozzi trasforma completamente l’ambiente creando una nuova struttura ad hoc.
Tramite l’uso di pareti removibili sono stati ricavati cinque diversi spazi espositivi che, completamente pitturati di viola, creano un’atmosfera intima, coinvolgente e sognante. A Carozzi si deve anche la lodevole idea di trasporre ad Acqui Terme alcune delle vetrate di cattedrali progettate da Chagall facendone delle spettacolari riproduzioni su pannelli retroilluminati di plexiglass colorato, ma (e come dice Benjen Stark “tutto ciò che viene prima della parola "ma" non conta niente”) il visitatore di questa mostra non può che sentirsi defraudato dei 10 euro del costo del biglietto.
© Fiere.eu
Dire che le opere siano belle è banale e riduttivo, dire che la mostra sia di pregio è una menzogna.
Non si può considerare piacevole una mostra pensata solo per un pubblico di espertissimi. Non si può costringere il visitatore all’utilizzo della connessione dati del proprio cellulare nella speranza di capire qualcosa di quel che si sta guardando.
Un buon allestimento deve coinvolgere ed accogliere il visitatore che deve essere guidato nella comprensione dell’artista e delle opere esposte: nel caso di questa mostra, l’unica spiegazione biografica è fornita da un grande pannello tanto fitto di parole quanto disagevole da leggere, che viene praticamente ignorato da tutti.
Le poche didascalie delle opere si trovano a corredo esclusivo dei quadri maggiori, così, pur essendomi innamorata di un disegno nella sala Les ateliers de Chagall, non ho ora alcun modo per trovarlo ed ammirarlo e goderne in privato. Piccoli e scarni pannelli nelle sale abbozzano il significato dei singoli raggruppamenti di opere lasciando il pubblico alla personale ignoranza.
“Chagall, il colore dei sogni” è una mostra fatta per il progettista, il curatore, l’assessore o chissà chi. È una mostra per esibire qualche bravura personale, non certo per il visitatore, né per la cultura, né per far conoscere Chagall. Un vero peccato e un vero spreco di denaro e di energie.
Bastava poco per rendere realmente comprensibile a tutti, anziani, adulti e bambini, studenti e studiosi, la storia raccontata dalle vetrate di Metz, l’asino e i molteplici riferimenti religiosi in L’asino di fronte alla chiesa, la ricca simbologia di La famille, compendio organico delle metafore prevalenti in Chagall.
© Fiere.eu
Sarebbe stato sufficiente un piccolo pannello descrittivo, o una tavola di approfondimento, o un economico foglio A4 stampato e plastificato in 10 copie per sala affinché il visitatore, curioso ed estasiato, potesse beneficiare appieno della mostra e non solo riempire la propria check list di eventi artistici annuali.
È un grande dispiacere non essere messi nella condizione di comprendere le serie litografiche di "The story of Exodus o di The Tempest", perché non si ricordano i singoli passaggi dell’esodo ebraico narrato nell’Antico Testamento o il racconto shakespeariano.
Un profondo rammarico vedere sprecata in questo modo un’occasione per tutti a favore dell’ego di pochi.
© Fiere.eu
© Valentina Accietto