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Dal 26 giugno sino al prossimo 12 novembre al Museo di Arte Moderna di Bologna è possibile visitare la retrospettiva di Cristian Boltansky intitolata "Anime. Di luogo in luogo". La mostra, curata da Danilo Eccher, raccoglie una selezione delle opere più significative prodotte dall’artista dagli anni ’80 ad oggi.
I 21 lavori sono collocati all’interno di un’area chiusa e disposti in modo tale da formare una sorta di cattedrale con tanto di navate, cappelle votive e abside.
Entrando, in quello che potrebbe essere il pronao, si è subito parte di Coeur, la prima installazione, dove il visitatore è immediatamente avvolto dall’incessante suono della pulsazione cardiaca di Boltansky. Il battito è sincronizzato all’accensione di una lampadina che in un lampo di luce illumina la stanza vuota, arredata con soli specchi neri. Unica finestra luminosa è rappresentata da Entre-temps, tenda in poliestere sulla quale è proiettato il volto di Boltansky bambino. Solo attraversandola si può accedere alla navata centrale geometricamente suddivisa dai teli di Regards ognuno dei quali è portatore dello sguardo di un individuo.
Photo credit © Matteo Monti
Al centro della sala si erge Volver, un cumulo dorato di sette metri formato da coperte isotermiche come quelle usate dalla protezione civile per soccorrere i migranti.
Ai lati della navata, come fossero nicchie votive, trovano spazio altre opere di Boltansky tra cui Monuments, ritratti fotografici di persone non più in vita.
Per esplorare l’area è necessario uno sforzo individuale notevole, ovunque ci si volti gli occhi delle varie installazioni sembrano osservarti mentre nelle orecchie risuona il cuore umano dell’atrio e contemporaneamente il tintinnio delle campanelle di Animitas. L’abside è infatti riempita con la proiezione esclusiva di Animitas(blanc), installazione di cavi di metallo e campanelle, omaggio alle anime erranti.
Al suolo, fieno e fiori secchi emanano l’odore pungente che caratterizza quest’area della mostra. Due panche invitano lo spettatore a sedersi e riflettere sul senso della vita e della morte, sul significato della memoria personale e su quella condivisa, sul confine tra arte e mito.
Photo credit © Matteo Monti
Il labirinto di sguardi, le ombre e le penombre delle opere, le luci proiettate sui volti, i cavi elettrici prepotentemente visibili, i suoni, i Containers pieni di abiti chiari, le luci al neon Dèpart e Arrivèe producono una sensazione straniante.
Dalla mostra si esce fisicamente stanchi, i sensi sono stati costantemente sollecitati, la mente è indotta a riflettere sul significato della vita umana in una sorta di esperienza onirica che produce forti sensazioni ma senza risposte.
Photo credit © Matteo Monti
Il progetto di Boltansky non si esaurisce al MAMbo ma si estende anche all’Università, all’Accademia di Belle Arti e all’intera città di Bologna attraverso Billboards, un intervento di arte diffusa con affissioni su cartelloni pubblicitari.
"Anime. Di luogo in luogo" arriva a Bologna a distanza di dieci anni dall’installazione permanente all’interno del Museo per la Memoria di Ustica e a vent’anni dalla prima mostra antologica bolognese di Boltansky.
Photo credit © Matteo Monti
Christian Boltanski
a cura di / curated by Danilo Eccher
26 giugno - 12 novembre 2017
Christian Boltanski
Anime. Di luogo in luogo
veduta di allestimento presso / installation view at MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, 2017
Photo credit © Matteo Monti
Courtesy Istituzione Bologna Musei
© Valentina Accietto