Un divano, una fontana, ombrelli danzanti, il caffè bollente nelle brocche di vetro, un finestrone dal quale spiare i vicini in mutande e urlare all’amicizia e agli amori perduti, lo spioncino della porta contornato da una cornice gialla.
Bastano pochi oggetti ricorrenti, sullo sfondo ma in realtà protagonisti, per rendere iconica una serie tv al punto di far viaggiare la mente fino al numero 90 di Bedford Street di New York persino nella tua vita quotidiana fatta di caffè, visite all’Ikea nel tentativo disperato di trovare “quel” divano su cui acciambellarsi durante le scorpacciate di film e campanelli squillanti dietro cui si cela il fattorino della pizza il sabato sera.
Se ai dettagli iconografici aggiungi sei personaggi emblema ciascuno di un approccio alla vita e battute esilaranti al punto di uscire dal tubo catodico per essere masticate e riadattate nella realtà, l’immortalità è un battito di ciglia. Alzi la mano chi non ha cantato a pieni polmoni almeno una volta nella vita “I’ll be there for you” al suo migliore amico o “Gatto rognoso, bel gattone” imbracciando una chitarra scordata durante una sbronza.
Sono passati 22 anni da quel 22 settembre 1994 in cui Chandler, Joey, Ross, Phoebe, Monica e Rachel irruppero con una risata sugli schermi di mezzo mondo. 22 anni, e ancora l’ologramma dei personaggi di Friends resiste e persiste seduto sui braccioli dei nostri divani con lo scettro in mano da Re indiscusso delle sit comedy. 22 anni, e qualsiasi serie tv sulle avventure quotidiane di un gruppo di amici sembra ancora una pallida imitazione dell’originale. Friends, la sit com di David Crane e Marta Kauffmann, ha fatto e continuerà a fare scuola. E’ la via maestra, il professore un po’ cazzone e un po’ psicologo da cui trarre insegnamenti e con cui andare a guardare la partita di football, l’enciclopedia delle sceneggiature seriali. Non è un caso che sia stata tra le poche a durare ben 10 stagioni, a dispetto della maggior parte delle sit comedy riconfermate al massimo fino alla terza. Non è un caso che le serie tv cult degli anni 2000 come How i met your mother e Will & Grace siano entrate nell’Olimpo della risata catodica grazie ai chiari riferimenti al Re sui nostri braccioli.
New York, il caffè, i divani, le finestre da cui scrutare i vicini in mutande, la pizza ai peperoni, tornano compulsivamente nei plot delle serie televisive più disparate.
Ma, a distanza di 22 anni e ancora per molto tempo, gli appartamenti 19th e 20th al 90 di Bedford Street saranno gli unici in cui vorremo entrare dai nostri divani.
© Isabella Di Bartolomeo