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Nuovo lavoro per i Meganoidi, che restano fedeli a quello che sono sempre stati, anche se sono cambiati, ma in fondo neanche tanto.
I Meganoidi è uno di quei gruppi che è difficile non amare; ci hanno fatto ballare al ritmo del loro sound, un misto di punk e ska, ci hanno fatto divertire con i loro riff di tromba ed i video divertenti. Ma soprattutto sono rimasti sempre fedeli a loro stessi, nonostante il tempo che cambia, e che inevitabilmente, li ha cambiati.
Diciamo subito le cose come stanno: “Mescla”, questo il titolo del nuovo lavoro della band genovese, è un bel disco, ricco di spunti che ci ricordano un passato, neanche lontano della musica italiana, di cui loro hanno fatto parte, ed in maniera importante, aggiungerei. Certo la spensieratezza degli esordi sembra lontana, anche se la matrice del sound della band rimane la stessa, ed ha fatto posto alla consapevolezza. Si perché oggi i Meganoidi sono un gruppo di ragazzi, anche se l’anagrafe avrebbe da ridire, che ha alzato il tiro, ma senza rinnegare lo spirito che li ha animati, e che ce li ha fatti amare, semplicemente, come dicevamo all’inizio, sono cambiati, come tutti noi, e sarebbe strano il contrario.
Oggi il nemico contro cui combattere, non è più il vigile urbano, ma è la vita stessa.
Nelle dieci tracce che compongono questo disco non ritroviamo i chiaroscuri emotivi di Zeta Reticoli, per citare il loro più grande successo commerciale, ma si percepisce una sana rabbia, che spinge la band ad andare avanti, senza fermarsi mai e sempre a modo loro.
E “Mescla”, la title-track, è il riassunto perfetto di questo ragionamento: “la vita è dura/ la mia mescla è morbida…”, racchiude perfettamente lo spirito di questo disco. Tutti abbiamo preso delle botte, più o meno pesanti, ma non ci si spezza, se si crede in quello che si fa. E i Meganoidi ci credono, e ci regalano ancora bei dischi come questo.
Il sound, pur rimanendo fedele al passato, fa diverse incursione nel rock più puro, le chitarre hanno rubato un po’ di spazio alle trombe, che tanto hanno identificato la band nel passato, ed in generale il suono risulta più potente, anche se a volte un po’ troppo omogeneo.
E ascoltando bene le canzoni di “Mescla”, si capisce subito il perché di queste scelte; il sound è decisamente coerente con i testi, che sono diventati più articolati dai tempi dello ska puro, anche se, per quanto personali, non sfociano mai nella paranoia inutile e forzata che tanto piace al finto indie che ci propinano oggi.
E, per quanto possa sembrare strano oggi, questo non è solo un disco che suona bene, è anche suonato bene. Sembra incredibile, lo so, ma esistono ancora dei pazzi che fanno i musicisti e suonano. Assurdo vero?
“la forma è sostanza/dagli importanza”…lo dicono i Meganoidi, e noi siamo decisamente d’accordo con loro.
E qui di sostanza ce n’è…
Brani migliori: Mescla, Ora è calmo il mare, Stella Cadente
© Luca Cameli