C’è una cosa nella vita a cui non si dovrebbe mai rinunciare, specialmente nelle località di mare: li fritto misto di pesce. Tutti a bistrattare l’anello di totano perché di qualità inferiore ai latterini e gamberi. Bah, io onestamente trovo molto affascinanti anche gli anelli di totano fritti.
Il fritto misto ha un grande vantaggio: è vario e, come dicevo poco fa, a ognuno piace di più una componente piuttosto che un’altra e non esiste una vera e propria legge su chi sia il più o il meno buono.
Perché stiamo parlando di fritto misto su un sito dove si parla di serie tv, libri, musica e fumetti? Perché, con l’avvento di Netflix, il nostro modo di guardare serie tv è cambiato e il catalogo è ampiamente paragonabile ad un fritto misto. Prodotti di qualità, prodotti osceni, prodotti trascurabili, prodotti indimenticabili. Mentre scrolli alla ricerca di qualcosa di nuovo da vedere nella tua testa risuona forte la voce di tuo nonno secondo il quale “fritta è buona anche una scarpa!” e allora guardi un po’ di tutto e crepi l’avarizia.
La frittura di pesce che sto mangiando?
Eccola qua.
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Mad Men: il pesce buono, quello fresco di qualità, difficile da pulire ma indimenticabile.
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Sono anni che arranco su “Mad Men”, ma va bene così perché è una cosa che va gustata piano. Lento e poetico, dalla fotografia all’intenso sviluppo interiore dei personaggi. Un viaggio nel mondo dei pubblicitari degli anni sessanta a New York e uno specchio sui fatti storici dell’epoca.
Non l’ho ancora finita ma noto un crescendo di qualità, puntata dopo puntata. Mi aspetto un capolavoro sul finale ai livelli di “Breaking Bad”.
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Gossip Girl: il pesce di qualità bassa, l’anello di calamaro delle serie tv: gommoso ma a volte croccante e irresistibile.
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Onestamente? Il trash nella vita è necessario. La leggerezza, anche il farsi due risate sulle trashate più spinte volendo. “Gossip Girl” l’ho guardato quando avevo 20 anni e mi aveva divertito nonostante l’evidente scarsa qualità. Visto a 30 anni può solo peggiorare, ma ha quel non so che di attraente che lo rende perfetto come sottofondo mentre si fanno altre attività. Gruppo di giovani dell’Upper East Side imbottiti di soldi e stupidità che si fanno i dispetti tra loro servendosi di un noto sito web (Gossip Girl) gestito da un incognito (IO LO SO CHI E’ GNE GNE GNE).
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Le terrificanti avventure di Sabrina: il pesce di cui si può fare a meno, ma che ci rifilano ogni volta e vabbè, fritto non è poi così male.
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Chi è cresciuto vedendo “Sabrina vita da strega” ha un po’ di difficoltà davanti a questa serie. È in bilico fra il “mi piace” e il “non mi piace”, non capisce bene perché una volta era un telefilm simpatico per ragazzini e ora una cosa mezza dark con evidenti buchi di trama. E Salem? Perché ha così poco spazio? Insomma Sabrina mi lascia perplessa e a dir la verità non sono ancora riuscita a scavallare la metà della stagione. Mi addormento, è inutile girarci molto intorno.
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Russian Doll: il sapore a sorpresa, quello che pensavi facesse schifo pure fritto e invece bomba.
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Mi sono detta “ehy c’è una serie con Nicky di Orange is the new Black, forse dovrei darle una chance!” e quindi così ho fatto.
In “Russian Doll” effettivamente c’è Natasha Lyonne che fa di nuovo Nicky con l’unica differenza che non si trova in carcere ma che è intrappolata in un loop temporale dove muore di continuo e ricomincia la giornata.
Assolutamente fantastico e divertente, chi l’avrebbe mai detto.
© Giulia Cristofori