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Dopo anni sono finalmente riuscito a depennare "1Q84 " dalla lista dei libri da leggere e nel mordere quell’universo tessuto da Murakami, i protagonisti prendono coscienza di essere in una realtà alternativa grazie alla presenza di una seconda luna tutta verde, sorellastra maligna del satellite che accompagna l’uomo sin dalla notte dei tempi, dove omini intessono crisalidi d’aria da cui sbocciano, prima o poi, esseri dalle fattezze umane.
Sarà una questione di coincidenze o sarà che il magico motore di Netflix ha captato il mio interesse per il genere, sono stato catapultato nella storia di Miles.
Depresso, intrappolato in una relazione stagnante, privo di stimoli lavorativi, Miles decide di seguire il consiglio di un suo collega e di affidarsi ad una spa esclusiva per recuperare la sua forza vitale. Si ritroverà ad uscire dalla sua crisalide di plastica abbandonata in un bosco e a scoprire di non essere più l’unico Miles.
Questa dramedy è tra le più godibili delle ultime produzioni dello streamer per la premessa fresca, per una giusta lunghezza degli episodi e, cosa più importante, per come si dipana la storia che non procede in maniera totalmente lineare, bensì il tutto viene raccontato attraverso gli occhi dei tre protagonisti dove ogni episodio mostra parti della trama che complementano e danno profondità al punto di vista dei singoli. Sarà questo che su di me provoca l’effetto ciliegia senza quel fastidioso mal di pancia allo scorrere dei titoli di coda.
Se sul versante della comedy, tutto sembra funzionare come deve e situazioni deliziosamente grottesche che strappano risate non mancano, sul lato del dramma questa serie lascia un po’ a desiderare. Forse, a mio avviso, è un po’ troppo ovvio che ogni persona sia il risultato del proprio passato e che ricordare non equivale ad aver vissuto. Proprio come è lapalissiano che il miglioramento parte da sé e che una medaglia regalata non è una vittoria. Forse Miles aveva bisogno di viverlo sulla propria pelle per prenderne coscienza o magari dovessi andare a farmi una passeggiata nel favoloso Mercatino delle Frasi Fatte, non dovrei stupirmi a veder promossa questa serie da Netflix con gadget a forma di credenza.
Ciò detto, grazie al suo ritmo, alla contrapposizione dolceamara tra essere e voler diventare, alla performance di Paul Rudd che non manca di spruzzare con generosità comicità nel drama, la serie si candida ad essere un buon programma per quei weekend in cui la temperatura cala e copertina chiama.
La prima stagione di "Living with Yourself " è disponibile su Netflix.
© Stefano Pastore