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Si avvicina l’anno nuovo, tempo di resoconti e nuovi progetti ma anche e soprattutto tempo di calendari, del Calendario, quello con la C maiuscola: The Cal.
Dal 1963, anche se con qualche interruzione forzata dai tempi e dalla recessione, il calendario Pirelli è il racconto e l’espressione dei tempi che cambiano, è la moda e il must che tutti gli umani dotati di buon senso e gusto dovrebbero avere.
Ma eccoci al ma. Lo sapete tutti, un piccolo dettaglio non trascurabile: la tiratura limitata.
L’esclusività di questo oggetto che lo rende ancora più prezioso, desiderabile. Stampato in poche copie, per pochi VIP e clienti importanti della Pirelli, il calendario non si può neanche comprare e se siete fra i fortunati e privilegiati possessori, guai ad appenderlo ma anche a chiuderlo a chiave in un cassetto. Va sfogliato, certo, ma con delicatezza e cura. Se poi il fotografo è Peter Lindbergh c’è da avere ancora più timore.
Il calendario ha lunga storia. Nasce nel 1963 grazie al genio del marketing Derek Forsyth, responsabile advertising per la Pirelli, per ottimizzare il valore del limitato budget pubblicitario di cui si disponeva e cercare di aumentare le vendite in un settore dominato da grandi (Avon, Goodyear, Dunlop).
Forsyth decise di eliminare i vari inutili gadget che spesso ancora oggi vengono distribuiti e concentrare il budget su un unico oggetto che avesse più visibilità. Il calendario non era certo una novità nel settore e allora perché non provare a renderlo più elitario e raffinato? Pensò bene di chiamare un fotografo per rappresentare i 12 prodotti più venduti in 12 aree di esportazione. Immagini molto belle, scattatate da un giovanissimo Terence Donovan emergente (che poi fu richiamato nel 1987 e ci regalò immagini decisamente più esplicite).
Questa prima edizione non ebbe però il successo che conosciamo e neanche venne incluso nella collezione ufficiale considerato troppo puritano, forse artificioso e lontano da quello che poi diventò l’animo del calendario. Un vero e proprio numero zero, insomma, che ebbe però il merito di aprire la strada ai successivi capolavori e ai loro creatori.
Si sono susseguiti negli anni maestri del calibro di Sarah Moon (1972), Herb Ritts (1994 e 1997), Richard Avedon (1995, 1997), Bruce Weber (1998, 2003) che per la prima volta introdusse anche soggetti maschili, Annie Leibovitz (2000, 2016), Patrick Demarchelier (2005, 2008), Karl Lagerfeld (2011), Steve Mccurry (2013), Steven Mesiel (2015) fino ad arrivare a Peter Lindbergh (1996, 2002, 2017)
The Cal, nella sua 24esima edizione racchiude un cast di donne incredibili, ritratte al naturale e senza alcun ritocco. Sono così come sono o meglio, come il fotografo le vede. Perché Lindbergh è così che lavora, con il suo inconfondibile bianco e nero, delicato, morbido e il suo savoir faire riesce a tirar fuori le emozioni più intime e pure di chi ha davanti.
Rappresenta le donne con grande rispetto lasciando pieno spazio all’umanità, regalandoci sempre ritratti senza tempo e senza menzogne, spazzando via la paura del tempo che passa sui nostri visi e sul nostro corpo, mostrandoci quelle imperfezioni che tali non sono, che sono esperienza e ci rappresentano.
© Peter Lindbergh - The Cal 2017
“The 2017 calendar conveys personality, sensitivity and guts to be yourself” spiega lo stesso Lindbergh alla presentazione ufficiale a Parigi.“Avevo la necessità di realizzare un Calendario non sui corpi perfetti, ma sulla sensibilità e sull’emozione, spogliando l’anima dei soggetti, che diventano quindi più nudi del nudo”.
© Peter Lindbergh - The Cal 2017
Per fare The Cal ci sono voluti più di 2 mesi di lavoro, fra maggio e luglio, 5 diverse locations (Berlino, Los Angeles, New York, Londra e la Francia) e 14 protagoniste del calibro di Jessica Chastain, Penelope Cruz, Nicole Kidman, Rooney Mara, Helen Mirren, Julianne Moore, Lupita Nyong'o, Charlotte Rampling, Lea Seydoux, Uma Thurman, Alicia Vikander, Kate Winslet, Robin Wright, and Zhang Ziyi. 14 attrici di fama internazionale. Compare anche Anastasia Ignatova, una professoressa di teoria politica di Mosca.
© Peter Lindbergh - The Cal 2017
Altra particolarità accattivante di questo calendario il suo avere più foto di ogni attrice per ogni mese, più pagine da sfogliare.
“L’obiettivo era quello di ritrarre le donne in modo diverso: l’ho fatto chiamando attrici che hanno avuto nella mia vita un ruolo importante e fotografandole avvicinandomi a loro il più possibile. Come artista sento la responsabilità di liberare le donne dall’idea di eterna giovinezza e perfezione. L’ideale della bellezza perfetta promossa dalla società è un obiettivo irraggiungibile..."
© Peter Lindbergh - The Cal 2017
"In un’epoca in cui le donne sono rappresentate dai media e ovunque come ambasciatrici di perfezione e bellezza, ho pensato fosse importante ricordare a tutti che c’è una bellezza diversa, più reale, autentica e non manipolata dalla pubblicità o da altro. Una bellezza che parla di individualità, del coraggio di essere se stessi e di sensibilità…”.
Se non sei fra i privilegiati, puoi gustare le immagini qui e qui ma soprattutto guardare il film del making of .
© Elisa Marchegiani