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Lady Bird, Lady Bird, Lady Bird. Lo ripeto tre volte come se fosse un incantesimo. Il titolo del primo film da regista di Greta Gerwig, attrice che si trasforma in sceneggiatrice e regista al suo esordio, è una minuta formula magica di adolescenza e speranza, che racconta perfettamente il tumulto di essere una teenager un po’ fuori dagli schemi e un po’ nella norma.
Il film ha un cast azzeccatissimo: fra gli altri, vediamo una straordinaria Saoirse Ronan nei panni di Lady Bird, Laurie Metcalf nel ruolo sentito della madre Marion McPherson e Timothée Chalamet che interpreta Kyle Scheible, uno degli interessi amorosi della protagonista.
Christine "Lady Bird" McPherson va in una scuola cattolica, è ad un passo dal dover scegliere il college e la sua famiglia non se la passa poi molto bene. La madre lavora fino allo sfinimento come infermiera mentre il padre è appena stato licenziato. Il fratello adottivo di Lady Bird ha un impiego come cassiere al supermercato locale, ma è un genio dell’informatica che rifiuta il suo dono. Una famiglia normale come ce ne sono tante, per una vicenda adolescenziale normale, come ce ne sono tante. Christine non si fa mai chiamare con il suo nome nemmeno in famiglia, vuole essere diversa e amata, prova costantemente forti emozioni contrastanti e ha un rapporto molto conflittuale con la madre, costellato di litigi e riappacificazioni istantanee causate soprattutto dalla differenza di presa sulla vita di tutti i giorni: il suo fare tutto “di pancia” cozza con la presa realistica della madre. Vi ricorda qualcosa? Chi di noi non ha avuto questo tipo di rapporto con il genitore di riferimento (se non entrambi)?
La pellicola, della durata di appena un’oretta e mezza, racconta con delicatezza e realismo quella fase assurda che si chiama adolescenza, soprattutto quando gli ormoni prendono il controllo e non ci si riesce proprio a sentire nè bambini nè adulti, aprendo una strada fatta di alti e bassi scoscesi, emozioni gigantesche e desideri di fuga e indipendenza. Lady Bird è un personaggio più grande della vita stessa, impigliata nel suo bisogno di scappare dalla realtà di Sacramento (una città dal numero di abitanti di poco superiore a Bologna, per intendersi), dalla monotonia della città natale, dalla depressione del padre per approdare a luoghi “dove almeno c’è un po’ di cultura, come New York, il Connecticut o almeno il New Hampshire, dove gli scrittori vivono nei boschi” (Cit.).
Insomma, l’universo di Lady Bird è il ritratto di tutte le ragazze del mondo (generalizzando molto), che stanno vivendo o hanno vissuto l’adolescenza, ma è anche la fotografia del ruolo complicato di genitori, che spesso richiede sacrifici esasperanti non sempre realizzabili o quantificabili.
In questo senso, la performance di Laurie Metcalf è profonda e commovente, con pennellate di genio e una capacità attoriale fuori dal comune, a parimerito con una Saoirse Ronan in stato di grazia.
Greta Gerwig dà un’ottima prova di sceneggiatrice (la storia è semi autobiografica) e regista, anche se il film, in alcuni tratti, sembra poco coeso e manca di fluidità. Peccati di piccola entità però, che non vanno a intaccare la bellezza e la profondità di quello che, spero, rimanga nella storia del cinema come il racconto probabile di personaggi realistici: proprio come siamo stati noi (o come magari siete voi che state leggendo), proprio come siamo ancora dentro, in un pezzo di adolescenza ben nascosta che non se ne andrà mai, una parte che merita un nome speciale come Lady Bird.
E voi? Che nome vi dareste?
Lady Bird
Data di uscita: 01 marzo 2018
Genere: Commedia, Drammatico
Anno: 2017
Regia: Greta Gerwig
Attori: Saoirse Ronan, Laurie Metcalf, Tracy Letts, Lucas Hedges, Odeya Rush, Timothée Chalamet, Kathryn Newton, Jake McDorman, Lois Smith, Laura Marano
Paese: USA
Durata: 94 Min
Distribuzione: Universal Pictures
© Fiorella Vacirca