"If God gives you chocolate, you open your mouth, no?" Alejandro Jodorowsky
Ciao Anna e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao e grazie per questa opportunità, ma soprattutto grazie per la vostra pazienza. Ho iniziato a disegnare quando ero molto piccola; fra le elementari e le medie non facevo altro che disegnare, bere succhi di frutta e ancora disegnare. A sette anni ho trascorso un’estate intera seduta sul pavimento della mia stanza armata di centinaia di fogli nel tentativo di costruire la mia città ideale. Era un progetto immenso: strade, ponti, porte che si aprivano davvero. Avevo messo anche i nomi sui citofoni. Odiavo il posto in cui vivevo e non sapevo cos’altro fare. Il disegno è sempre stato per me uno strumento di difesa. Adesso disegno molto meno e molto peggio, però mi diverto molto di più.
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Sono incappata per la prima volta in Jodorowsky più di dieci anni fa grazie alla Psicoposta (rubrica del mensile di musica e fumetti XL curata molto probabilmente da un ghostwriter e non dal maestro stesso), che per molti versi altro non era che una posta del cuore molto, molto delirante. L’impatto sul mio subconscio è stato piuttosto devastante e ho finito inevitabilmente per innamorarmi di lui e dei suoi film. Per quanto riguarda la citazione, diciamo pure che è deliziosa ed equivoca quanto basta.
Guardando i tuoi disegni si nota un’alternanza di neri e bianchi, interrotti da varie intensità di rossi. è una scelta dettata da un gusto personale, è una casualità o ha un significato particolare? In parte dal gusto personale in parte dalla disponibilità di materia prima. Ho ripreso a dipingere lo scorso anno dopo una lunga pausa e per i primi mesi ho deciso di utilizzare unicamente il materiale che avevo in casa, ovvero tre tubetti di tempera (uno nero, uno bianco e uno rosso) e tre pennelli. Ho continuato ad utilizzare gli stessi colori anche dopo questo primo periodo, mentre ora sto cercando di espandere le mie nozioni sul colore.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Gli stimoli e le ispirazioni sono una questione ciclica ma nonostante questo ci sono degli autori e degli artisti che vivo come dei punti fermi. Nick Blinko, Gregg Araki e Čechov mi hanno aiutato a trasformare tutta la rabbia di adolescente in fame di vivere e continuano ad essere fra i miei punti di riferimento assoluti. Per quanto riguarda disegno e pittura, ammiro molto Sergio Toppi, Franz von Stuck e Jiří Anderle.
I tuoi disegni (complici anche le fotografie molto ravvicinate a dettagli di essi) danno una sensazione di intimità, a volte di malinconia e inquietudine. Fa parte di un tuo intento o preferisci che l’osservatore segua le proprie intuizioni o allucinazioni?
L’idea delle allucinazioni mi piace, trovo sia anche perfettamente allineata con il tema del morso quadrato. Da questo momento in poi opterò per questa lettura ogni volta che mi verrà chiesto di spiegare i disegni.
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Mentre disegno o dipingo son capace di ascoltare lo stesso album o lo stesso pezzo anche dieci, venti volte finché non finisce per impregnare il disegno, o per lo meno l’idea di partenza è un po’ questa. Può sembrare folle ma trascorro la maggior parte della giornata con le cuffiette o a suonare quindi anche se forse è un po’ stupido non è qualcosa che mi pesa (specialmente se si tratta di anarcho-punk o di noise rock).
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Il mio sogno rimane quello di poter trovare persone abbastanza arrabbiate per poter tirare su insieme una fanzine. Al momento sto gettando le basi per un corto ma cerco di non pianificare mai troppo, nessuno sa esattamente cosa potrebbe riservare il futuro. Forse dovrei scrivere a Jodorowsky.
Grazie Anna e in bocca al lupo per i tuoi sogni. Noi ti continueremo a seguire qui:
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