#crunch65 | Alessandro Ferioli

#crunch65 | Alessandro Ferioli

"Sometimes you eat the bear, and sometimes the bear eats you" da "Il grande Lebowski"

"Arte" non può e non deve essere sinonimo solo di "bellezza". La bellezza è sfuggevole, è fine a se stessa, appaga gli occhi, è accomodamento. L'arte pura, invece, deve essere come un ronzio di fondo che entra fastidioso nelle orecchie, si aggancia alle sinapsi per poi cambiare radicalmente il punto di vista sul mondo. Deve avere la precisa missione di disturbare le coscienze, smuovere le convinzioni, scomodare il pensiero per allargare l'orizzonte dello sguardo. 
"L'arte deve confortare il disturbato e disturbare il comodo", come direbbe Banksy. 

Per il quadrato di oggi mordiamo l'arte distorta e fluida del giovane - ma dalla missione ben chiara - Alessandro Ferioli. I suoi lavori sono neurotrasmettitori che riattivano le sinapsi accomodate, fanno riemergere i nostri retropensieri distopici per farci comprendere che la anormalità non deve essere allontanata per paura ma anzi, la distorsione è solo un punto di vista da cui comprendere meglio il mondo.

Lo abbiamo conosciuto grazie al collettivo Transhuman (presentato già sulle nostre pagine) e ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda:

Ciao Alessandro e benvenuto tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Non so di preciso quando ho cominciato a disegnare, anche da bambino passavo interi pomeriggi da mia nonna a mangiare toast e scarabocchiare compulsivamente. Una volta cresciuto l'iscrizione al liceo artistico Paolo Candiamo di Busto Arsizio era quasi obbligatoria. In quegli anni ho iniziato ad appassionarmi al cinema (passione che ancora oggi non mi ha abbandonato) e a leggere vagonante di fumetti, in primis Dylan Dog che compravo e spacciavo a tutta la classe.


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Come autori che mi hanno segnato nella mia formazione il primo da mettere in lista è sicuramente Jamie Hewlett, che con i suoi Tank Girl mi ha spalancato le porte verso il mondo del fumetto underground a me sconosciuto nei primi anni delle superiori. Hewlett mi diede in quegli anni la prova che si poteva uscire dagli schemi canonici del racconto a fumetto a cui ero abituato. Altri fumettisti che stimo molto e amo leggere sono Eric Powell, che con la serie "The Goon" mi sta prosciugando il portafogli, Skottie Young, da "Rocket Racoon" a "I Hate Faryland" per me non ne ha toppata una, e Brian Lee O'Malley, ragazzotto che ha partorito il fumetto che mi resterà sempre nel cuore: "Scott Pilgrim". Questi sono parte degli autori che hanno aiutato la mia formazione e che ancora oggi mi danno grandi stimoli leggendoli, poi dovrei parlarvi di altri quattromila personaggi ma rischio di diventare davvero troppo prolisso (cosa che son già abbastanza).

I tuoi disegni ci portano spesso in mondi fantastici, con animali surreali al limite del “malato”. Grazie anche ai loro colori forti e decisi, sembrano uscire da un volume di LucioP o da una raccolta di figurine trash-demenziali come gli Sgorbions che tanto amavamo negli anni ‘90. Cosa vuoi comunicare attraverso questo tuo stile così “distorto”? È una precisa invettiva, una parodia goliardica o la rappresentazione dei tuoi incubi?
È forse una strana combinazione di tutte e tre messe assieme. Amo il grottesco, amo disegnare il brutto e il disgustoso; è sempre stato un mio brutto vizio. Quindi appena capita l'occasione amo cimentarmi in progetti che lasciano pieno sfogo a tutto ciò. E colgo la palla al balzo visto che hai citato LucioP, per dire che la scena underground italiana di cui fan parte tra gli altri Spugna, LucioP, Cammello, Hurricane Ivan e tanti altri, è per me una fonte continua di ispirazione per migliorarmi e identificarmi in una corrente creativa.

Disegni a mano ma anche computer e tecniche digitali. Che tipo di approccio preferisci, in quale ti senti più a tuo agio?
Amo disegnare a mano, mi sono attrezzato per potermi cimentare ben bene nel digitale ma per ora disegnare direttamente a computer mi riesce meno. Normalmente disegno e inchiostro a mano mentre faccio ombre e colore in digitale.

C’è un personaggio del mondo illustrato (animato e non) che avresti voluto ideare tu?
A livello grafico, amando disegnare l'assurdo e il brutto sicuramente mi sarebbe piaciuto aver ideato tutto l'immaginario del cartone animato "Rick e Morty". Trovo che anche se sia una giovane serie ha un'altissimo potenziale e si son tracciate le giuste basi per poter far letteralmente tutto, rimbalzano lo spettatore da un mondo ad un'altro e lo bombardano con mille stimoli visivi e gag allucinanti; quello che alla fine serve a me per riuscire a fare quello che faccio.

Sappiamo che fai parte di un nuovo progetto: Transhuman. Ti va di parlarcene?
Certamente! TransHuman è un progetto nato dalla mente di Leonardo Carboni che vede una trentina di ragazzi con talento da vendere alle prese con rivisitazioni sci-fi di personaggi mitologici o storici. Tutti noi abbiamo realizzato delle illustrazioni o delle piccole storie a fumetto che troverete raccolte nel nostro artbook che è stato presentato al Teramo Comics. La mia illustrazione nello specifico parla dei Centzon Tototchin: le 400 divinità coniglio azteche che regolano l'ubriachezza, da quest'idea nasce il vomitiglio (mezzo coniglio e mezzo reflusso gastrico) e tutti i suoi nefasti fratellini.

Da un punta di vista più pratico, com’è lavorare ad un progetto considerando le diverse e indipendenti identità che compongono questo agglomerato di scienza visiva?
Divertente e stimolante, io ho lavorato a stretto contatto con due miei amici di TransHuman che hanno due stili completamente diversi dal mio, uno molto umoristico disneiano e l'altra realistica di stampo francese (in ordine Giacomo Boni e Annalisa Ferrari) e devo dire che riusciamo, anche se lavorando su pianeti diversi a spingerci, darci una mano e limarci a vicenda. Quello che ho trovato partecipando a questo progetto è una grande famiglia dove ognuno può dire la sua, e ciò crea una miscela di stili fantastica che va da l'iperrealismo ad una magistrale sintesi artistica.

Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica mi accompagna sempre mentre disegno. Amo avere una colonna sonora e mi aiuta a concentrarmi molto più che il silenzio. Tengo quasi il ritmo mentre disegno. Sono cresciuto a Gorillaz e Caparezza e ancora oggi non riesco a starne senza. poi un sacco di altri artisti di un sacco di generi diversi: Feed Me, Die Antwood, The Zen Circus, Nobraino, Caravan Palace, Red Hot Chili Peppers, Fucking Werewolf Asso e molti altri. Ma soprattutto adoro disegnare ascoltando colonne sonore tratte da film o telefilm, dai tarantinani "Pulp Fiction" e "Le Iene" a qualcosa di più tamarro come "Mad Max: Fury Road".

Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Sto lavorando a un progettino a fumetti che vedrà la luce a settembre denominato "Human Crisis" sarà un bel fumettone comico fantascientifico dove non mancheranno svisceramenti, spappolamenti e pestaggi vari. Mentre sto scrivendo una futura storia autoconclusiva sulla vita in provincia (tema che a me sta particolarmente a cuore) molto più seriosa e drammatica. Comunque per piccole anteprime e anticipazioni sbirciate pure Alessandro Ferioli Art su facebook o Manidabradipo su Instagram.

Grazie Alessandro, a presto!

 

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