"Qual è la freccia che vola per sempre? Quella che ha colpito il bersaglio." Vladimir Nabokov
Quanti passi bisogna fare per raggiungere il culmine della sindrome di Stendhal e arrivare a toccare l'arte?
Secondo Marta Quaglia, in arte Kite Park, i passi sono sette.
In numerologia il 7 è legato alla spiritualità, è il numero delle intuizioni, della capacità di fondere il mondo magico con il mondo reale. Per i Pitagorici, invece, il 7 è associato alla perfezione del cerchio. Sette sono le note musicali, sette gli angeli dell'Apocalisse e sette le costellazioni.
Per il quadrato di oggi mordiamo l'arte di Kite park, musicale, magica, esoterica, celeste eppure profondamente terrena e reale, proprio come il numero 7. Come i passi verso la bellezza dell'arte.
Ciao e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua.
Salve a tutti! È un piacere poter rispondere alle vostre domande. Sono davvero una frana con le presentazioni, ma cercherò di non deludervi. Mi chiamo Marta e disegno da sempre.
Avevo undici anni quando decisi che avrei fatto la fumettista: avevo cominciato a leggere fumetti da poco e W.i.t.c.h. di Barbucci e Canepa era tra quelli che preferivo, anche se leggevo in particolar modo i manga giapponesi. A pensarci bene, l’opera che più mi ispirò all'epoca fu senza dubbio Evangelion, che tutt'ora è una delle serie che più mi sta a cuore.
Fare fumetti, disegnare, mi permette di comunicare con gli altri, visto che sono sempre stata un disastro con le interazioni umane. Voglio dire, non che io sia un'asociale, ma sono abbastanza timida, e disegnare mi sblocca e, in un certo senso, mi fa stare bene. I miei percorsi di studio si sono tutti basati sul disegno, a partire dal liceo artistico fino ad arrivare all'Accademia di belle Arti.
Parlaci di te. Qui in Crunched siamo però molto affamati e curiosi. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Da dove viene il tuo nome d’arte Kitepark ? Che giro ha fatto e di cosa si è nutrita la tua immaginazione prima di approdare tra carta e colori?
Kite Park è venuto per caso. Mi serviva un nome carino per un blog e ho pensato che il mio semplice nome fosse una scelta troppo scontata. Dato che uso il nome Kite per firmarmi dalle medie, ho semplicemente pensato che KitePark funzionasse. No, non vi dirò mai da dove viene il nome Kite, manteniamo quest'aria di mistero, non voglio deludere le vostre aspettative.
La mia immaginazione è sempre in movimento, a volte è decisamente troppo influenzabile. Basta ascoltare un pezzo dei Genesis, o leggere qualche racconto di Poe, o immergersi tra le tavole di Cyril Pedrosa, ed eccola lì, pronta ad attivarsi.
Curiosando tra i tuoi lavori su Facebook abbiamo trovato la tua pagina su Sette Passi, un “dramma a fumetti che gioisce delle sue contaminazioni fantastiche a ritmo di rock'n'roll, scritto da Nebbioso” e disegnato da te. È in attesa di un editore e noi speriamo veda la luce presto. Ti va di parlarci di questo progetto? I sette passi del titolo verso dove si dirigono?
"SettePassi" è stato qualcosa di davvero inaspettato . Era un periodo dove ricevevo diverse richieste di collaborazione da parte di altri sceneggiatori, ma la storia di Nebbioso è stata quella che più mi ha coinvolto.
Non avrei mai creduto di dedicarmi a una storia a tematiche musicali e romantiche. Eppure, ho amato Victor dal primo momento che ho letto la trama, l'ho sentito molto vicino alla mia persona, ed è stato il personaggio che subito ho visualizzato nella mia testa. Così come il personaggio di Alessandra. Ormai questi personaggi diventano sempre più familiari per me, mi ci sono davvero affezionata come se fossero miei, specialmente il personaggio di Silvia, a cui ho dato gran parte della mia personalità.
E anche un po' del mio aspetto.
I sette passi sono diventati, per me, le mie fasi di crescita come autore, il percorse che sto facendo nella realizzazione di questo fumetto.
Dalla bio dei personaggi sulla pagina di Sette passi, Victor, Silvia, Alessandra e Ludovico sembrano molto diversi tra loro ma al contempo indossano tutti delle maschere per nascondere le proprie fragilità, appaiono come in realtà non sono. Sembrano accomunati dalla ricerca di una risoluzione del proprio malessere che però sfocia in nuovi errori. I colori preponderanti per tutti sono il nero, il viola e il bianco. Da cosa è dovuta questa scelta cromatica? Cosa volevi comunicare del loro carattere attraverso l’uso di questi colori?
Il viola è stata una scelta principalmente funzionale. Ci piaceva la tonalità che contrastava con il grigio circostante, aiuta risaltare i protagonisti rispetto a tutto il mondo che li circonda.
Possiamo dire che il viola è il colore del mondo di Victor, una dimensione onirica che solo lui e i suoi compagni possono vede. La sua maschera, in un certo senso.
Con quali strumenti lavori solitamente? Tavolette grafiche e programmi di grafica digitale o preferisci matite, acquerelli e in generale l’aspetto tradizionale del disegno?
Uso principalmente la tavoletta grafica e photoshop. Ma ogni tanto mi piace anche usare i pantoni e i lapis. Anzi, ti racconto un aneddoto simpatico. Prima usavo SOLO il lapis, ma ho sforzato così tanto il braccio nel lavoro, che ho lesionato una bella fetta di tendine. Ora le matite sono off-limits per me, ma spero sempre di poterle riprendere un giorno. É la tecnica che più amo in assoluto.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o illumina le tue opere ? In altre parole, c’è un gruppo musicale, un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Ce ne sono troppi! Vediamo, direi che abbiamo Cyril Pedrosa, Brian O'maley, Craig Thompson, Bastian Vivés, Michael Sanlaville, Kohta Hirano, Katsuhiro Otomo, Leiji Matsumoto e chi più ne ha più ne metta!
Nella mia infanzia, invece, il mio autore preferito indiscusso era Sadamoto, il designer di Evangelion. Adesso ci sono legata più per questioni affettive che altro.
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Personalmente non ho un rapporto molto stretto con la musica. Voglio dire: non ho un genere preferito, ne sono un'esperta. Mi piace ascoltarla quando lavoro. Vado spesso a periodo, ma credo che il mio gruppo preferito siano i Genesis. A pensarci è paradossale, dato che sto lavorando su un fumetto che parla di musica, ma come ho detto, neanche io me lo sarei mai aspettato. Possiamo dire, che ora il mio gruppo preferito sono gli Strigoi, la band di SettePassi. Da buona manager mi sembra anche giusto apprezzare e appoggiare la propria band.
Un classicone: Progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Ora come ora penso e mi concentro solo su "SettePassi". Non voglio pensare troppo al futuro, dato che questo ambiente è imprevedibile! Oggi potrei fare fumetti, domani lavorare in gelateria.
Però posso accennarti a un paio di cose. Ho due progetti in testa: uno a quattro mani come SettePassi, ma questa volta concentrata su temi esoterici e gotici.
L'altro è un progetto come autrice completa e mi sta dando filo da torcere: è circa un anno che ci lavoro ma non mi convince mai come vorrei. Ti confesso, mi piacerebbe che spiccasse il volo il prima possibile ma, come ho già detto, è tutto da vedere, e la strada in questo campo è davvero troppo lunga.
Grazie Marta, a presto!
Potete seguire i lavori di Marta qui:
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