0125 | Morsi Quadrati | Gabriele Merlino

0125 | Morsi Quadrati | Gabriele Merlino

Per la rubrica dei Morsi Quadrati, ospitiamo e intervistiamo 
Gabriele Merlino

Gabriele ha illustrato per noi una citazione tratta da Quando migrano, gli uccelli sanno dove andare Usama Al Shahmani \ per Marcos y Marcos

“Prendi la mia saggezza, dedicati a ciò che ami. Rinnovati come un fiume.
Cerca gli inizi, in ognuno c’è una speranza”.



Ciao Gabriele e benvenut* tra i morsi quadrati.
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Mi piaceva la leggerezza con la quale viene espresso il concetto filosofico del “tutto scorre”. L’immagine che mi è venuta in mente rappresenta un po’ questo: la spensieratezza con la quale dei ragazzi attraversano un torrente in un tramonto estivo. 

Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Raccontaci la tua storia d'amore per il disegno.
La mia storia d'amore per il disegno è nata da quando ho iniziato a disegnare per conto mio da bambino. Era come una valvola di sfogo per la creatività, che poi negli anni è mutata in amore per la tecnica e successivamente in altro ancora. Come ogni storia d'amore che si rispetti, nonostante alti e bassi, muta nel tempo e si rinnova ogni volta.

Da quando iniziamo a poter tenere in mano matite fino a un oscuro momento di interruzione disegniamo tutti. Hai memoria di quando hai capito che non avresti smesso? Cosa ricordi del tuo modo di disegnare da bambino? Ne conservi qualcosa ancora oggi? 
Non mi sono reso conto che non avrei mai smesso e, a dirla tutta, neanche che avessi iniziato. Per me disegnare è sempre stato naturale; che sia per veicolare storie, sensazioni o composizioni interessanti. Da bambino ricordo che sviluppavo fumetti interminabili senza sceneggiatura né soggetto, disegnavo ciò che mi veniva in mente e tutto proseguiva in base a come ne avessi voglia. Forse mi è rimasta un po’ quella voglia di non mettermi troppi paletti ma di disegnare in base a cosa mi va di raccontare in quel momento. 

Il cibo è il nostro carburante psicofisico prediletto e muove anche le mani di chi crea. Anche l’ispirazione ha bisogno di essere nutrita, tu come la alimenti? Che forme d’arte saziano la tua fame visiva?
Ultimamente mi influenzano tanto il cinema e la fotografia: mi soffermo molto sulla composizione e sui colori di un’illustrazione, che sia più semplice possibile ma chiara nel suo intento, come se avessi tra le mani una macchina da presa. 

C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita? 
Io sono stato da sempre un amante del bianco e nero, ho disegnato per anni con le penne, mi piaceva la grafica d’arte e il modo in cui si potesse sperimentare con i segni. Da quando ho iniziato ad apprezzare l’uso del colore e a semplificare i soggetti delle mie illustrazioni, i miei punti di riferimento sono due illustratori italiani: Andrea Serio, per il suo segno a pastello e Andrea Calisi, per la composizione e la sintesi cromatica.

Il disegno è una pratica sconfinata nei risultati ma anche la sua attuazione varia da persona a persona. Dall’altro lato della tavola, tu come disegni? Hai dei personali riti di avvicinamento al foglio? Hai delle condizioni indispensabili da esaurire? Per esempio prediligi la mattina o la notte fonda, il silenzio della solitudine o essere accompagnato da altri esseri viventi e non?
Per me il disegno è come la meditazione, è un tempo di rilassamento e di concentrazione. Di solito disegno di giorno, mattina o pomeriggio è indifferente, l’importante è che ci sia ispirazione e un buon sottofondo musicale. 

Continuando a esplorare i luoghi invisibili che portano alla creazione artistica, come hai raggiunto la tua attuale espressione visiva? Hai tentato di inseguire un obiettivo stilistico prefissato o hai sperimentato a briglia sciolta?
Questa è una bella domanda perché, come dicevo prima, non è da molto che reputo “mio” ciò che disegno. Ho sperimentato, con i colori, coi soggetti e con il tratteggio. Non ho un obiettivo stilistico prefissato, ho delle ispirazioni, ma ad ogni disegno è sempre una questione di nuovi tentativi, perché non ci devono essere regole prefissate per tradurre un’esigenza emotiva. Oggi disegno così, domani chissà? 

Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
La musica è parte fondamentale del mio processo creativo, è molto raro che io disegni senza. Forse sarà anche abitudine, però mi aiuta ad entrare nel processo creativo e a mantenere la concentrazione.

Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: hai progetti per il futuro? E se si, ti va di darcene un'anteprima?
Il progetto è quello di arrivare a trasformare la passione in lavoro.
Grazie a voi per avermi dato questo spazio!



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