Julio Cortázar
«La porta lascia entrare un ospite che verrà dopodomani o è venuto ieri»
Del sentimiento de lo fantástico, in La vuelta al día.
Ciao Maria e benvenuta tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao, grazie! Più che cominciare potrei dire di non aver mai smesso! Tutti disegniamo fin da piccolissimi e, come per ogni bambina, anche per me era un gioco; da gioco il disegno è diventato prima una passione, poi la mia materia di studio: l’amore per il disegno è cresciuto con me. La componente giocosa, ludica è tuttora fondamentale per me e adesso è proprio l’inventare storie che mi spinge a disegnare. Spero di riuscire a farne la mia professione per la vita ma, anche se non andasse così, non credo che perderò mai questa attitudine che ormai è diventata un modo di pensare.
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Cortázar è uno degli autori che più amo e sicuramente il modo di sviluppare la componente fantastica nei suoi racconti mi è di costante ispirazione. Credo che lo sguardo degli autori fantastici, come dice Silvia Albertazzi, insegni ad esercitare una sorta di ribellione nei confronti della rigidità del reale. Con questa frase Cortázar parla dell'atteggiamento di paziente attesa, della modalità in cui il poeta, “colui che vive per aspettare l’inaspettato”, deve porsi per accogliere il fantastico che, appunto, potrà arrivare dopodomani o essere già arrivato ieri. Ho scelto questa frase perché credo che protendersi verso il fantastico sia un esercizio importantissimo per chiunque, sempre.
Il tuo stile rimane immediatamente impresso per l'uso peculiare e deciso di colori saturi abbinato a una tecnica spontanea, ricca di tratti che sanno tradurre l'idea in simbolo. Come sei arrivata a questa modalità espressiva? Hai sperimentato in lungo e in largo o hai sempre seguito una direzione visiva ben precisa?
Il mio modo di disegnare è sicuramente il risultato di un processo. La sperimentazione di più tecniche ha avuto un ruolo fondamentale e mi ha permesso di capire cosa compensasse le mie carenze e cosa esaltasse i miei pregi facendomi approdare alla tecnica che uso attualmente. L'utilizzo dei pastelli a cera e a olio è stato frutto di una lunga ricerca: mi permette di ingrassare il tratto alle volte troppo sintetico e al tempo stesso di mantenerne l'aspetto grafico. Approfondendo, studiando e seguendo degli indizi ho iniziato a conoscere a piccoli passi il modo migliore per rappresentare il mio immaginario; è stato ed è tutt'ora un processo ragionato nel quale, crescendo, riesco a muovermi con sempre più spontaneità.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Beh ce ne sono molti! Dovendo scegliere direi che il già citato Cortázar e Silvina Ocampo sono scrittori che occupano un ruolo fondamentale nel mio immaginario, così come Henri Matisse per quanto riguarda lo studio cromatico e della composizione. Tra i fumettisti e gli illustratori in questo momento penso a Brecht Evens, Tara Booth, Jesús Cisneros e, nel cinema, a Peter Greenaway.
Illustrazione per il racconto Da ragazzi andavamo al mare a mezzogiorno di Elisabetta Meccariello in La crisi dei sette anni, In fuga dalla bocciofila, 2021
I soggetti delle tue opere sono molteplici e misteriosi. Hanno una storia o appaiono per il tempo di un'illustrazione? Ce n’è qualcuno che torna con più frequenza a visitare i tuoi fogli?
In verità i miei personaggi non vivono più della durata del racconto, della storia a cui appartengono. Una delle parti più belle dell'illustrare una storia è proprio quella in cui si costruisce e si conosce il personaggio che si vuole raccontare, in un certo senso il farci amicizia. Mi hanno fatto notare che esteticamente le figure che disegno prendono spesso i tratti delle persone della mia vita, a volte addirittura i miei, ma la loro personalità è indipendente, nasce insieme al disegno.
Illustrazione per il racconto Alcuni dubbi che ho ancora di Simone Lisi in La crisi dei sette anni, In fuga dalla bocciofila, 2021
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Sono circondata da musicisti e amanti della musica, la musica accompagna quasi tutta la mia giornata e le mie azioni quotidiane: mentre faccio colazione, la doccia, le pulizie, quando vado in bici, cammino per la strada, corro… ma raramente ascolto musica mentre disegno perché la fase progettuale è così cerebrale che la musica mi risulterebbe fastidiosa. Durante la fase esecutiva invece, dove devo solo disegnare quello che ho già progettato, mi piace avere un sottofondo che mi tenga compagnia: adoro ascoltare la radio, più per le parti parlate che per le canzoni, mandare un film o una serie già vista che posso sentire senza prestarvi troppa attenzione.
Illustrazione per il racconto Elegia del figlio unico di Leonardo Biancanelli in La crisi dei sette anni, In fuga dalla bocciofila, 2021
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos"altro stai lavorando?
Grazie a voi per l'intervista! Da qualche tempo a questa parte sto rivedendo un racconto che scrissi mentre preparavo la tesi e che spero di poter proporre a breve a una casa editrice. È un racconto a cui tengo molto perché si ricollega all'indagine sul luogo della casa che porto avanti da qualche anno ormai. Nel frattempo, mi dedico ai lavori su commissione e cerco di sperimentare nuovi formati che mi permettano di ingrandire le mie illustrazioni in vista di un progetto per una serie di quadri.
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