«I just don't know what to do with myself.»
The White Stripes.
Ciao Lisa e benvenuta tra i morsi quadrati!
Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo?
Ciao!
Immagino che, all'epoca, sia stato un approccio perlopiù istintivo: disegno da quando ho imparato a tenere in mano una matita e, sicuramente, ad alimentare questa passione è stata la necessità di esprimermi in una maniera che non fosse verbale. Non sono mai stata una grande chiacchierona, a parte con le persone che reputo amiche o con cui mi sento a mio agio, quindi ho sempre trovato più efficace poter comunicare attraverso il canale artistico, sia i miei sentimenti, sia i miei ideali. Ora come ora mi spinge la stessa, vivida necessità, addizionata al bisogno di trasmettere e "lasciare qualcosa".
Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
A parte l'amore smodato per i The White Stripes (tra i miei preferiti da sempre), mi è venuto spontaneo pensare al titolo di questa determinata canzone ed estrapolarlo dal contesto per farlo mio, perché lo smarrimento è un sentimento che nell'ultimo anno ho sentito sulla mia pelle e su quella di molte altre persone (vicine o meno che fossero) e perché credo che in molti si possano immedesimare nella citazione e nel senso di arrendevolezza e confusione verso se stessi, scaturito da una situazione che ci circonda, o magari un corpo che ci racchiude. La sensazione di non essere abbastanza, di fallire e non essere in grado di rimettersi in sesto, di non riuscire a controllare o liberare noi stessi, penso sia qualcosa che accomuna gran parte di noi e volevo in qualche modo rendervi omaggio attraverso la mia illustrazione.
I soggetti delle tue illustrazioni sono una moltitudine di volti diversi, alcuni noti e ispirati a personaggi reali o immaginari familiari, altri sconosciuti e misteriosamente affascinanti. Chi sono, da quale sorgente mentale nascono? Si impongono sulla carta indipendentemente dalla tua volontà o sei tu a condurli?
I personaggi che rappresento sono, prevalentemente, manifestazioni di parti di me o di qualcosa su cui ho bisogno di puntare il riflettore, come un'emozione o un determinato messaggio. Le varie fisionomie vengono fuori abbastanza spontaneamente, quasi fossero un prolungamento di un mio pensiero onirico che perdura anche nello stato di veglia. I movimenti del corpo e le composizioni nascono da impressioni legate alla dinamicità che riscontro nel quotidiano, rappresentate tramite linee fluide, ma al tempo stesso si scontrano con i margini del foglio e lì rimangono incastrati.
C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?
Ne sono passati tanti di artisti, che mi hanno ispirata ed aiutata ad esprimermi attraverso il mio stile! Sicuramente sono stata influenzata dalla mia passione adolescenziale per i manga (passione che, per certi versi, non ho smesso di alimentare) e, in generale, dell'arte orientale, ricca di suggestioni e molto impavida, per quanto riguarda horror ed erotismo. Ora come ora, mi sento piuttosto legata a Junji Ito (per l'appunto) e ad artisti contemporanei come Mel Odom. Per quanto riguarda la letteratura, sento che il mio stile potrebbe sposarsi bene con le atmosfere di Neil Gaiman, a livello di atmosfera, anche se a livello sentimentale avrei risposto nominando Irvine Welsh, sicuramente tra i miei scrittori preferiti.
Questa molteplicità di personaggi ha un comune denominatore impossibile da ignorare: gli occhi, bianchi o vacui, spesso interrotti da una pupilla puntiforme, diventano una caratteristica essenziale che in un certo senso li imparenta tutti. Com’è nato questo dettaglio? è frutto dell’istinto o ha un significato ulteriore?
Ho sempre cercato di trasmettere parte delle emozioni racchiuse all'interno dei miei lavori tramite lo sguardo dei personaggi. Gli occhi sono da sempre stati un dettaglio fondamentale e, nel corso degli anni, ho sperimentato diversi stili prima di trovare "una quadra". La mia scelta nasce dal desiderio di tradurre e quindi trasmettere un senso di inquietudine e di horror vacui. Mi piace che la pupilla così piccola e non accerchiata dall'iride possa risultare in qualche modo agghiacciante o che, comunque, faccia nascere delle domande in chi la guarda, senza fornire alcuna certezza in merito all'interpretazione da dare. Togliendo apparentemente l'anima agli occhi, privandoli della loro naturale intensità, si aprono nuovi scenari intepretativi e questo mi piace, molto.
Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Ascolto musica più o meno tutto il giorno e mi piace assegnare delle playlist specifiche per i personaggi che creo, passando dal progressive rock al rap senza particolari pregiudizi sui vari generi. So che bisognerebbe diffidare di chi dice di ascoltare "un po' di tutto", ma per me sarebbe veramente limitante soffermarmi su una sola categoria, perché mi piace lasciarmi trasportare da diverse atmosfere e immergermi dentro i contesti e i personaggi di cui scrivo e che mi piace rappresentare. Tuttavia, non è una regola fissa perché spesso mi capita anche di ascoltare una tipologia di canzoni che niente ci azzecca con il concept che ho intenzione di disegnare: ad esempio, non è raro che mentre lavoro su un'illustrazione vittoriana, in sottofondo ci siano le canzoni di RuPaul a farmi compagnia.
Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Grazie a voi per avermi dato questa possibilità!
Ho dei progetti conclusi e in attesa di essere pubblicati o in cerca di un editore, ed altri che sono in fase di sviluppo. Uno tra questi è una graphic novel che dovrebbe - incrociando le dita - trovare la luce il prossimo anno: io curo l'aspetto grafico-visivo, mentre storia e sceneggiatura sono di un'altra autrice. Inoltre, sto creando delle grafiche per il mio negozietto RedBubble, legate a delle figure di donne della storia divenute famosissime per la loro capacità di distinguersi (nel bene e nel male). Spero vi piacciano!
Grazie a te Lisa!
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