#crunch146 | Mirko Fascella

#crunch146 | Mirko Fascella

"We all exist in our own personal reality of craziness." Alejandro Jodorowsky

Ciao Mirko e benvenuto tra i morsi quadrati! Noi di CrunchEd siamo molto affamati di nuove storie e ci piacerebbe conoscere la tua. Quando hai cominciato a disegnare e cosa ti ha spinto a farlo? 
Ciao, è un vero piacere! Dunque, credo di aver iniziato a disegnare sin dalle elementari, copiando i fumetti di Topolino. Avevo già i miei disegnatori preferiti, quali Cavazzano, Intini, Mastantuono e ricopiavo le loro vignette. Alle scuole medie invece sono passato ai fumetti di supereroi Marvel copiando anche quelli come un forsennato. A inizio delle scuole superiori ho iniziato a inventare personaggi e storielle su di loro, iniziavo a voler creare un mondo mio. Ciò che mi ha spinto a disegnare inizialmente è stato proprio l'istinto, nel senso che mi veniva naturale e avevo sempre voglia di farlo. Ho sempre vissuto un po' nel mio mondo, un mondo molto diverso da come voi lo conoscete ed era necessario metterlo su carta in qualche modo.

Ti va di spiegarci cosa ti ha portato a scegliere questa citazione da illustrare?
Ho scelto questa frase nello specifico perché mi rappresenta parecchio bene, per cui appena letta mi è venuta subito l'immagine in mente. Oltre che amo Jodorowski come scrittore e regista, ho parecchie sue opere sia a fumetti che i suoi film.


Nei tuoi disegni, in accordo con un classico stile fumettistico, capita che il nero prenda il sopravvento e tolga il monopolio al foglio altrimenti bianco. Come ti relazioni con queste due entità nell’eterno contrasto da cui il disegno è creato?

Lo vedo come un rapporto a tre: io, il bianco e il nero. È molto interessare valorizzare il bianco in un disegno, o al contrario fra prevalere il nero. Io pur avendo uno stile grottesco, mi piace spesso utilizzare abbondantemente i neri rendendo il tutto più 'cupo'. Sono scelte stilistiche molto azzardate in quanto contrastanti fra loro, tanto da essere spesso difficili da vendere a un editore, che spesso preferisce si distingua bene uno stile realistico o umoristico. È un bel modo di complicarsi la vita insomma.


I colori come si intromettono in questa dicotomia? Preferisci l’assolutezza del bianco e nero o ritieni che anche il colore debba avere il suo momento per esprimersi in ogni sfumatura?

I colori hanno sicuramente la loro importanza, soprattutto oggi. Non nego che il bianco e nero mi affascina di più, in quanto più essenziale, più intimo. Mi piace anche però anche molto il colore per quanto lo usi meno e al momento anche rigorosamente a mano con tecniche tradizionali. Ma il mondo è pieno di sfumature e per cui i colori sono necessari, a volte per esprimere meglio alcune atmosfere specifiche e anche umori vari. A volte fondamentali anche per la caratterizzazione del personaggio, basti pensare al rosso per Hellboy o per Dylan Dog e la sua inconfondibile camicia.


C’è un autore in particolare che ha illuminato o che ancora illumina le tue opere? In altre parole, c’è un artista, uno scrittore che ti stimola a mordere la vita?  

Assolutamente sì. Sono sempre alla ricerca di nuovi illustratori e fumettisti, lo trovo sempre necessario e stimolante. Mike Mignola ha influito massicciamente sulle mie scelte stilistiche e continua a farlo, così come Stuart Immonen, Skottie Young, Sean Gordon Murphy. Italiani, sicuramente i già citati Giorgio Cavazzano e Corrado Mastantuono, i maestri classici quali Sergio Toppi, Dino Battaglia e Ferdinando Tacconi, fino ad arrivare ai recenti Massimo Carnevale, Gigi Cavenago, Davide Gianfelice e davvero molti altri. In Italia ne nascono di continuo davvero molto interessanti. Non posso non citare anche Katsuhiro Otomo, in quanto genio assoluto, sia i suoi fumetti che lungometraggi e cortometraggi sono sempre qualcosa di unico.

Domanda irrinunciabile per il palato di CrunchEd: qual è il tuo rapporto con la musica e quali vie sceglie per farsi strada fino ai tuoi disegni?
Il mio rapporto con la musica è fondamentale, sono cresciuto con Led Zeppelin e Deep Purple, con gli LP di mio padre. In un periodo della mia vita ho anche suonato la batteria. Ho continuato poi a caccia di vari gruppi e dei generi che potessero venirmi incontro. Quando disegno c'è sempre della musica in sottofondo, spesso Rock, Hard Rock e Metal, che scorre direttamente dalle mie vene, passa quindi dalla mano, alla matita per finire inevitabilmente nel disegno che realizzo.


Chiudiamo con un classicone e, intanto, ti ringraziamo per la disponibilità: progetti futuri? A cos’altro stai lavorando?
Al momento sto presentando vari progetti ad editori, che si spera prima o poi accettino anche solo per sfinimento, faccio qualche collaborazione con vari collettivi e realizzo commission e illustrazioni per varie piccole iniziative. È stato un piacere, grazie a voi!

 


Grazie Mirko e in bocca al lupo. 
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