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Prima di iniziare la lettura di questo libro il mio pensiero è stato: sarà difficile leggerlo ma facile parlarne.
Invece è il contrario: in pochi giorni l’ho divorato ma non so come parlarne.
Prendo spunto dall’inizio del capitolo 4:
“Anche se non siete mai stati a un funerale, sappiate che ogni secondo sulla Terra muoiono due persone. Otto, nei secondi necessari per leggere questa frase. Ora sono salite a quattordici. Ma se tutto questo vi sembra un calcolo troppo astratto, focalizzatevi su questo numero: due milioni e mezzo. Ogni anno negli Stati Uniti muoiono due milioni e mezzo di persone. Fortunatamente i decessi sono diluiti nel tempo, così i vivi non si rendono conto della trasformazione in atto”.
Deve essere stata questa consapevolezza a spingere Caitlin Doughty, Hawaiana, classe 1984, una laurea in Storia Medievale con una tesi sulla stregoneria, a dedicare i suoi migliori anni alla Westwind Cremation & Burial, un’impresa di pompe funebri di Oakland. Ma non solo: dopo una seconda laurea in Scienze mortuarie, ha creato a Los Angeles un’ impresa funebre no profit, la Undertaking LA e con professionisti del settore, accademici, scienziati e artisti ha dato vita a The Order of the Good Death per portare avanti una campagna a favore della "Buona morte", naturale e consapevole. Date uno sguardo al suo canale YouTube se avete voglia di approfondire, oppure all’altro suo profilo, Ask a Mortician.
In questo originale resoconto dei suoi anni alla Westwind Cremation & Burial assistiamo ai primi imbarazzi della giovane apprendista, alle prese con colleghi più esperti ma anche con strane richieste, come quella di una donna diabetica che voleva cremare la sua gamba amputata.
Ecco, se pensate di trovarvi di fronte a una parodia della Famiglia Addams siete fuori strada. Se in questo libro cercate emozioni forti, situazioni macabre, splatter, non solo siete fuori strada ma addirittura finiti nel burrone.
L’abilità di Caitlin Doughty è di riuscire a parlare di cremazione, imbalsamazione, cadaveri in decomposizione e tutto quello che ne consegue senza far provare disgusto e con una giusta dose di humor, mai sopra le righe.
“Rimasi di sasso quando arrivai là e trovai la cassa aperta e dentro il povero vecchio Oscar, con il suo vestito di tweed marrone, la faccia tinta di color zafferano scuro e un rossetto dal colore sbagliato. Se non gli fossi stata tanto affezionata, ho paura che mi sarei messa a sghignazzare. Immediatamente decisi che non avrei più affrontato un altro funerale americano - neanche da morta”.
Caitlin racconta il suo lavoro e la crescita personale intrecciandola con aneddoti storici e letterari, tanto che vi viene voglia di tenere la matita sempre in mano per sottolineare e di leggere con attenzione le 8 pagine di note sulle fonti dalle quali ha attinto e studiato.
Vi porterà a vedere la morte da un altro punto di vista o almeno vi darà qualche spunto di riflessione.
“La morte è il motore che continua a farci andare avanti, dandoci la motivazione per realizzarci, per imparare, per amare e per creare. I filosofi lo dicono a gran voce da migliaia di anni, e noi con la stessa forza continuiamo, generazione dopo generazione, a non volerlo capire… Tutte le grandi conquiste dell’umanità derivano dai limiti di tempo imposti dalla morte”.
Infine, se pensate che una ragazza che lavora in un crematorio e trasporta cadaveri su un furgone sgangherato sia decisa a farsi cremare, siete di nuovo fuori strada. Il lavoro, gli studi compiuti e l’attività che continua a svolgere l’hanno portata a scegliere la “sepoltura green” e siccome io non ho l’abilità, la competenza e la grazia di Caitlin lascio a voi la scelta di scoprire di cosa si tratta.
Fumo negli occhi e altre avventure dal crematorio
Caitlin Doughty
Copertina flessibile: 251 pagine
Editore: Carbonio Editore (1 marzo 2018)
Collana: Cielo stellato
Compra su: Amazon
© Paolo Perlini