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Fa molto rumore il numero di immigrati che ogni anno arrivano in Italia.
Pochi sono quelli che si infastidiscono per i 100.000 giovani che nello stesso arco di tempo sono costretti a lasciare il Belpaese, la famiglia, gli amici, per cercare un lavoro. Al governo si sono succeduti personaggi che hanno definito i nostri giovani bamboccioni o troppo choosy o consigliato di trovare lavoro con una partita di calcetto. Come si fa a non indignarsi?
Infatti, Lorenza Cozzolino, come tanti altri giovani, a questo non ci sta. L’autrice racconta la sua storia attraverso la figura di Anna, una ragazza di Napoli, intelligente e volenterosa, con il sogno di diventare una stilista. Raggiunto il diploma di maturità il suo sogno si scontra con la furbizia di imprenditori che utilizzano la formula dello stage soltanto per avere i fondi economici. Anna prosegue quindi gli studi all’università ma nonostante l’impegno e la bravura scopre che per fare strada occorre scendere a troppi compromessi.
Assistiamo alla difficoltà di crescere in una città così affascinante e allo stesso tempo problematica, ai numerosi intoppi che la burocrazia o le furbate legalizzate mettono in campo per rendere sempre più complicata e senza speranza la vita in un Paese chiamato Italia.
Una storia che ricalca le esperienze di numerosi giovani che sono andati a Londra a rendere folta la comunità italiana.
È un romanzo quasi autobiografico che forse, con qualche approfondimento potrebbe essere più equilibrato, completo, la storia di una famiglia. Ma l’autrice ha inteso enfatizzare di più l’aspetto di denuncia, l’accusa ai nostri governanti incapaci di dare un futuro, di guardare oltre. Ed ha ragione, perché non sono i giovani ad essere troppo choosy. È l’Italia che non è paese per giovani.
Lontano dal mio paese
Autore: Lorenza Cozzolino
Editore: PubMe
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© Paolo Perlini