Quando la città ti annienta.
Ce ne parla Maria Teresa Renzi-Sepe
Cassie è andata via dalla provincia americana. Da un padre e una madre che la vogliono fuori di casa e con un buono stipendio; persone la cui intera vita ruota intorno al lavoro, ai soldi che si devono fare, perché quelli non bastano mai. La mettono sopra un aereo che la porta a svariate ore da casa, con un biglietto di sola andata per San Francisco, Silicon Valley.
In questa città color tramonto, dove i sogni diventano realtà, Cassie lavora sei giorni su sette, per dodici ore al giorno. La sua personalità – relazioni, amicizie, speranze, valori – viene aspirata dal buco nero della produttività a ogni costo, che la trasforma in un involucro di ansie funzionali per gli altri, disfunzionali per sé stessa. Un buco nero vero e proprio, sempre vigile al fianco di Cassie, che si muove a una velocità direttamente proporzionale al caro degli affitti, al covid, alla cocaina, alla crisi climatica, alla solitudine, alla depressione.
Per chi non ne fosse al corrente, la teoria ci dice (in breve) che da un buco nero si può uscire indenni, almeno finché non si raggiunge il famoso orizzonte degli eventi, dove passato, presente e futuro diventano un tutt’uno. Riuscirà Cassie a fuggire?
Qui non c’è niente per te, ricordi? – edito da La Nuova Frontiera – è un romanzo contemporaneo, in tutti i sensi. Con una struttura ascendente e un ritmo ripetitivo, l’autrice Sarah Rose Etter cristallizza la quotidianità anaffettiva dei millennials, per farne un racconto spesso disturbante. Sono i temi e l’ambientazione il punto forte di questo romanzo: la sua attualità è da capogiro, il malessere che descrive è lo stesso che avvelena molti di noi in questo istante.
Di cos’è fatto il buco nero di Cassie? I buchi neri e il loro mistero hanno affascinato più di una generazione, ma soprattutto quella dei millennials che li hanno sviscerati in centinaia di libri, film, musica, fumetti. La protagonista del romanzo esperisce il suo personale buco nero subendo le più alte vette del turbo-capitalismo, e una cultura del lavoro che rasenta la distopia.
Ci sono anche altri temi fortemente generazionali affrontati nel romanzo, fra cui il ruolo che internet ha avuto nella formazione degli adolescenti, la misoginia e il razzismo sistematico, la confusione che a volte creano i nuovi modi di vivere le relazioni e il nostro deficit nel comunicarli.
Ma forse, Qui non c’è niente per te, ricordi? è anche un romanzo sul dolore e su quanto siamo disposti a sopportare per sentirci parte di una società che ha abbandonato l’uomo.
È incredibile, la quantità di dolore che riusciamo a tollerare. Siamo preparati a sopportare la tortura, a portare sulle spalle grigi macigni di dispiacere, ad affrontare quella pressione continua, con la pietra ruvida e pesante che ci logora fino a spaccarci la pelle, rivelando la carne rossa e sanguinolenta che c’è sotto.
Titolo: Qui non c’è niente per te, ricordi?
Autrice: Sarah Rose Etter
Traduttore: Lorenzo Medici
Editore: La Nuova Frontiera
Data di pubblicazione: Settembre 2024
Lunghezza stampa: 288 pagine
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