Se il sogno di una ragazzina è l’istruzione in un paese dell’Africa negli anni Settanta
Recensione di Chiara Bianchi
Non puoi continuare a essere sempre ciò che serve che tu sia.
Se sei femmina nella Rhodesia (poi Zimbabwe) degli anni Settanta quel che ti aspetta è né più né meno che quel che immagini possa accadere a una femmina della stessa epoca in Italia, poi però mettici un po’ di colonialismo britannico, la pelle nera, un fratello maggiore, altre sorelle minori, una cascina in mezzo al nulla, i campi da coltivare, la famiglia da curare, un padre patriarca e una madre troppo debole e dedita a dimenticare la sua esistenza per curare l’orto e ti ritroverai nel racconto di Tsitsi Dangarembga che con Nevrosi tradotto da Stefano Pirone per Pidgin Edizioni rappresenta il primo capitolo di tre della storia di generazioni di donne zimbabwane.
Tambu, così si chiama la protagonista e voce narrante, ha voglia di studiare, di istruirsi, di sperare in una vita migliore rispetto a quella fatta di povertà e di fame di sua madre. La morte di suo fratello Nahmo, unico destinato alla scuola, le permetterà di cambiare il corso della sua esistenza. Le sottili paure di sua madre non sono però infondate: il rischio di essere travolta dalla cultura occidentale, di dimenticare le proprie origini e persino la lingua shona.
Ma Tambu guarda allo zio di successo, quell’uomo generoso e ostinato che trasferendosi in Inghilterra ha avuto una vita migliore, più agiata.
Il cammino di crescita di Tambu si incrocia con la presenza costante dei bianchi, rappresentati dai missionari, dalle religiose suore del Sacro Cuore, da quella “inglesità” di cui la famiglia, soprattutto nelle persone delle zie, teme allo stesso modo in cui si temono stregoni e malocchi. E mentre la ragazza cresce accanto agli zii e alla cugina Nyasha scopre segreti familiari e dinamiche tossiche e patriarcali interne. E persino ciò che sembrava oro assumerà i toni del sacrificio e della sopportazione.
Sono le lotte per l’indipendenza e per l’istruzione quelle raccontate da Tsitsi Dangarembga, sono donne che alzano la voce o che restano in silenzio sfidando in ogni caso il potere degli uomini che tutto sanno, o almeno credono…
Una storia di consapevolezze e di nevrosi nate, non solo in chi resta, ma anche in chi ritorna, ritrovandosi sperduta.
I miei orizzonti erano saturi di me, della mia partenza, del mio andare. Non c’era spazio per ciò che mi lasciavo alle spalle.
Titolo: Nevrosi
Autore: Tsitsi Dangarembga
Traduzione: Stefano Pirone
Casa editrice: Pidgin
Pagine: 211
Pubblicazione: 2024
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