Teatri minimi della Valpadana | Francesco Permunian

Teatri minimi della Valpadana | Francesco Permunian

Nei luoghi di Permunian: un teatro senza attori ma pieno di freaks del pensiero valpadano pronti a sfangarla
Recensione di Chiara Bianchi

Come Fofe Arsedeo Campanini, protagonista del racconto Dalla veridica cronaca dei giornali, Francesco Permunian, cantastorie del “mondo piccolo” della pianura Padana, prende ancora una volta spunto dalla vita quotidiana, quella raccontata sulle cronache locali, per saggiare scomode verità, retroscena osceni (mi si perdonerà il gioco di parole), segreti, inganni dell’apparenza di comuni esseri umani. 
Il peccato si subodora fin dalle prime righe. Di fronte allo sbaglio, persino il più intelligente e ferrato dei personaggi riveste le proprie ragioni di presunzione soggettiva, tanto che la verità dei fatti finisce sotto gli occhi di tutti senza che nessuno la veda. 
Ampollosi nomi e cognomi, in contrasto con i piccoli borghi rurali raccontati, surclassano l’estrazione sociale in nome del perbenismo: sono tutti e tutte principi e principesse radicati nella loro realtà. 
I personaggi sono declinati a sfangarla nella vita, nelle idee e nei confronti di se stessi, freaks del pensiero valpadano, dove anarchici, sinistroidi, pretini, suorine e borghesi dell’ultim’ora si raccontano nell’assoluta certezza della perfezione. 
Nella prima delle due parti della raccolta si concentra tutto questo. Alcuni racconti ci riportano nello stesso momento ma da punti di vista differenti. L’individualismo ha la meglio e ognuno, agendo per il proprio fine, pare non accorgersi dell’altro perché occupato a ragionare e a convincersi delle proprie idiosincrasie. 
La seconda parte si intitola Sotto il cedro del libano e, oltre all’immediato riferimento biblico (il cedro come simbolo di forza e di santità), diviene nel racconto omonimo simbolo di memoria, di ricordo – un po’ come fu il cedro della novella di Grazia Deledda. 
Florestano Fragoso del Cedro ci conduce nella storia delle sue donne e dei suoi matrimoni. A Tristana, la prima moglie, vergine, sordomuta e suicida, Florestano regala le pagine più belle cariche di sensi di colpa e di rimpianto. 
Per la chiusa del libro, l’autore cambia ancora il punto di vista regalandoci un racconto dal sapore cechoviano. 
Permunian trasforma la provincia in quel teatro che ha come prima regola, parafrasando Dario Fo, il non avere regole. 



Titolo: Teatri minimi della Valpadana
Autore: Francesco Permunian
Casa editrice: Quodilibet
Pagine: 176
Pubblicazione: 28 agosto 2024

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