Un’indagine sull’odierna schiavitù del lavoro
parole di Chiara Bianchi
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Quando si finisce di leggere una delle sedici fasi che compongono M.C. di Ferruccio Mazzanti (Wojtek Ed.) c’è da prendere il respiro, ristabilire il contatto con la terra, riequilibrarsi per poi cadere nel vuoto, nella rabbia, nella tristezza che i personaggi di queste storie lasciano addosso. Un sentore di marcio invade l’aria e superato quell’attimo, catapultati nuovamente nella realtà, si riesce chiaramente a vedersi tra le mani un coltellino svizzero, il quale più di un’arma si fa promessa. Di cosa? Di un lavoro.
Benvenuti nel mondo della Cosmodemonic, a capo della quale c’è M.C. – un’entità priva di sentimenti ed emozioni, determinante la vita di chi timbra il cartellino e dona la sua unica esistenza alla causa del denaro.
Personaggi dall’ego enorme si alternano ad altri meno incisivi, ma certamente più umani, molto umani. Trasformazioni di corpi, omicidi, rivalse, ribellioni, accettazione e risentimenti: il mondo all’interno dell’azienda pare essere l’unico possibile, senza alternativa.
Ferruccio Mazzanti osserva i movimenti di una catena di montaggio, ne estrapola le condizioni, le abitudini e le riserve del lavoratore immerso in quella vita nella vita, il quale ci appare ormai cieco, una coscienza addormentata vinta dallo stipendio.
È un mondo violento quello del lavoro, sembra dirci l’autore. Si lotta per un contratto, la competizione è regina dell’agito, si sgomita per poi ritrovarsi come un punto invisibile in mezzo ad altri simili.
«Quante volte capita nella nostra vita che l’atto di lavorare diventi una cosa bella, divertente e rilassante? Non molte, ma senza dubbio per Monica quella sensazione di essere al posto giusto nel momento giusto sembrava inesauribile e la faceva sentire finalmente leggera». [Fase Nove, pag. 234]
Il lavoro consuma l’uomo, lo rende simile alle macchine, privato del ragionamento agisce con l’unico scopo di produrre.
L’autore scomoda filosofi, ricostruisce il pensiero, scoordina il linguaggio, costringe a misurare il disordine, a farci i conti, a valutare, infine, il grado di burnout di ogni lettore. Sul finale, nell’elogio al licenziamento, mette in guardia dalla trappola capitalista per la quale siamo nulla senza lavoro, sono i soldi che permettono di sopravvivere, eppure un altro modo di vedere le cose c’è.
Ogni fase, come le avvertenze iniziali descrivono, è una storia a sé e racconta un diverso personaggio, un differente punto di vista e uno specifico problema.
Mazzanti chiama in suo aiuto l’aspetto strutturale e visivo. Ci si appresta, per ogni fase, a coinvolgere più di quanto la lettura richieda. Uno sforzo verso la comprensione di un caleidoscopico mondo in cui siamo immersi senza una precisa consapevolezza.
Titolo: M.C.
Autore: Ferruccio Mazzanti
Casa editrice: Wojtek edizioni
Pagine: 414
Pubblicazione: 10 maggio 2023
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