L’illusione di credere nella personificazione dell’amore ci distruggerà
parole di Chiara Bianchi
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Naoise Dolan, già con il suo primo romanzo Tempi eccitanti, aveva aperto la porta alla possibile illusione della personificazione dell’amore, in La coppia felice, pubblicato da Edizioni di Atlantide (collana Blu Atlantide), tradotto da Claudia Durastanti, torna declinando il tema al matrimonio.
Fin dal primo capitolo si percepisce il tono di una voce narrante essenziale, inizialmente cauta, premonitrice, che sembra fare il verso alla scrittura di Jane Austin. Ci vengono così presentati i due protagonisti: Celine e Luke.
«Si fidanzarono così.
[…] Celine aveva ventisei anni e Luke ventotto. Lui era alto e magro e con i capelli scuri; indossava una camicia azzurrina mezza infilata nei pantaloni. Lei era piacevolmente brutta: viso squadrato, sandali piatti e neri. Anche se era una notte mite, Celine portava i guanti.»
Celine è una pianista, Luke un manager. Il loro bilocale, dove finiscono per convivere, resterebbe anonimo, come tanti altri, se non fosse per la presenza ingombrante del pianoforte e di una gatta dal nome virtuoso e romantico, Madame Esmeralda – in onore del famoso pianista Franz Litz. E se nella loro prima conversazione assistiamo alla decisione, sicura, di non sposarsi mai, pochi anni bastano per cambiare questo equilibrio.
Dolan, nei capitoli successivi, introduce e lascia parlare Maria, Phoebe, Archie, Schawn: personaggi che ruotano attorno alla vita della coppia. Celine e Luke, rigidi nei pensieri, incerti e poco aderenti alle proprie decisioni, vengono descritti nella loro fluidità sessuale attraverso le loro relazioni passate. E anche se per Dolan, identità e genere sono temi centrali, le sue pagine migliori sono quelle in cui lascia che sia un ironico, tagliente e perspicace humor a definire il contesto in cui queste vite si muovono.
E troviamo così, nella preparazione al matrimonio, la presenza incombente della zia Maggy e della sua casa piena di cigni di cristallo Waterford, portatrice di valori borghesi e mentore di buone maniere, oltre che rappresentante indiscussa di una famiglia sfaldata seppur unita.
L’asse Dublino-Londra accorre in soccorso per raccontarci una storia molto più grande, quella di un’Irlanda irrimediabilmente divisa e di Londra, dove, molti irlandesi sono emigrati per sfuggire alle pressioni della povera – su più livelli – patria immersa in valori religiosi, ostacolo pressoché riconosciuto per la crescita del Paese e delle identità di ogni cittadino.
Un romanzo corale riuscito, dalla struttura mai uguale a se stessa, in cui oltre ai punti di vista si alternano dialoghi brillanti e liste contenenti possibilità e dubbi. Dolan ci regala un affresco della coppia “felice” dei giorni nostri schiava del mito dell’eterosessualità e pervasa dalla volontà di riconoscersi in un’alternativa – a volte consapevolmente, altre volte no –, sempre in nome dell’amore, spesso egoriferito, riflesso dell’insita paura di essere altro.
Tradotto da Claudia Durastanti
272 pagine
Formato 15,5 x 21,5
Rilegato in brossura
I Edizione
ISBN 9791280028389
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