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Al termine della lettura annusatevi le dita: possono profumare di cedro, ebano, quercia oppure di filetti d’acciuga, peperoni dolci e fagatini di pollo.
Ne parla Paolo Perlini
Il genio della Bastiglia, dello scrittore francese Jean Diwo, è il terzo e conclusivo volume che chiude la storia dell’antica famiglia Cottion-Thirion, famiglia che nel tempo e con passaggi generazionali è divenuta, Valfroy-Fradier. Una storia avvincente che il lettore può iniziare dal primo volume, Le dame del Faubourg, proseguire con il secondo, Il letto di Acajou, e portare a compimento con questo, Il genio della Bastiglia.
Al termine del secondo volume avevamo lasciato Bertrand ferito gravemente. Mentre era abbracciato a Pauline, lui, compagnon del Dovere della Libertà, era stato assalito da quattro dévorant, tagliapietre del Dovere, soprannominati Lupi Mannari.
Nelle prime pagine di questo terzo volume scopriamo che è sopravvissuto, è stato curato e torna in Francia dove, oltre a coltivare la passione per la poesia si interessa della bottega di famiglia. La spinta all’innovazione lo porta a fare un viaggio in Inghilterra, per vedere da vicino e acquistare una macchina a vapore. Durante questo viaggio ha modo di conoscere Louise e sarà lei a diventare una nuova dama del Feauborg, proprio in un periodo storico denso di rivoluzioni (1830 e 1848), per seguire con il boom economico del Secondo impero francese, la guerra del 1870 tra Francia e Prussia, l’assedio di Parigi e la Comune (narrata in modo impressionante e in forma di diario da Bertrand), fino all’esposizione universale del 1889, con la costruzione della torre Eiffel, gli inizi del XX secolo e la Grande Guerra.
Così, a spanne, anzi, lavorando di raspa come farebbe un falegname, sono questi i tratti comuni della trilogia:
Il ruolo fondamentale che hanno avuto le donne. Sono loro che prendono le decisioni importanti, gestiscono i capitali, gli affari, le aziende. All’occorrenza, per portare a termine una missione, sono anche capaci di tradire il novello sposo (vedi il secondo volume) e dimenticare l’episodio per non avere rimorsi di coscienza. Sono poche ma sono toste e quando appaiono lasciano il segno, come i lavori dell’ebanista Andrè-Charles Boulle.
L’amore per il legno. I tre volumi narrano la storia di questa famiglia e quella di un quartiere: la comunità di Faubourg, che dalla fine della Guerra dei Cent’anni ospita gli ebanisti. Una comunità che gode di grandi privilegi fin dai tempi di Luigi XI, grazie al sostegno delle Badesse dell’Abbazia di Saint-Antoine. Nel Faubourg infatti, gli abitanti non erano soggetti alle regole delle corporazioni, ma vivevano e lavoravano come liberi professionisti. Nel tempo la loro arte dovette scendere a compromessi e in questo terzo volume vediamo come affrontarono le nuove scoperte tecnologiche, le macchine a vapore e poi l’elettricità. Strumenti necessari per stare al passo con i tempi e produrre mobili di qualità con tempi ridotti. Ma a parte questo, traspare quella passione che solo gli artigiani possono avere. Che si tratti di cartapesta, cuoio, metallo, in questo caso di legno, solo l’artigiano riesce a farti percepire tutte le sfumature, non solo del materiale ma anche del suo profumo. E Jean Diwo ne è un ottimo portavoce: alla fine della lettura può essere che vi tocchiate i polpastrelli per vedere se vi sono tracce di segatura o che vi portiate le dita al naso perché profumano di resina.
L’amore per la cucina, di cui sono massime interpreti sempre le donne e questa famiglia era rinomata non solo per la qualità e la bellezza dei mobili ma anche per i pranzi o le cene, impreziosite magari da qualche vivanda portata per l’occasione dai celebri amici di famiglia.
«Quando Marie si fu seduta, Antoiette-émilie cominciò a riempire i piatti con un grande mestolo di legno che era stato usato per così tante zuppe e stufati da conservare, seppure ben lavato, un profumo piacevole e molto particolare».
Ecco, può essere che il profumo del mestolo si sia trasmesso anche sulla carta e alcune pagine vi facciano venire l’acquolina in bocca.
Gli eventi storici. Nella trilogia abbiamo modo di vivere scene di vita quotidiana della Francia dal rinascimento agli anni Venti del Novecento. Scopriamo i rapporti tra politica e clero. Conosciamo personaggi storici come Luigi XI, Luigi XIV, Caterina De Medici, Colbert, Voltaire, papa Urbano VIII e il cardinale di Toureno. E poi artisti come Gianbologna, Vasari e Pinturicchio, André-Charles Boulle e Jean-Francois Oeben. Delacroix, George Sand, Victor Hugo e molti altri.
Riconosciamo la saggezza di alcuni uomini semplici, dediti al lavoro ma che riescono a interpretare i risvolti della storia, come compare Matthieu, il più anziano della bottega il quale dice che “se il governo commette altre sciocchezze, le persone istruite e ricche che gli si oppongono riusciranno, se saranno abili, a trascinarci in una battaglia dopo averci convinto che sia la nostra!”
Sono tre volumi che potrebbero essere letti anche singolarmente ma nella loro lettura ordinata e sequenziale trovano maggior forza.
Si può fare, sono duemila pagine scarse, una buona compagnia per il prossimo autunno.
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Titolo: il genio della Bastiglia
Autore: Jean Diwo
Traduzione: Luisa Rigamonti
Pagine: 768
Pubblicazione: 14 luglio 2023
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