Sangue e viscere al liceo | Kathy Acker

Sangue e viscere al liceo | Kathy Acker

++++ +

Kathy Acker - Sangue e viscere al liceo
Un’educazione sentimentale

di Chiara Bianchi

Un libro scritto negli anni Ottanta, pubblicato quarant’anni dopo in traduzione italiana da LiberAria Editrice nella traduzione di Claudia Durastanti, nella cui prefazione, affidata a Tiziana Lo Porto, conosciamo l’autrice Kathy Acker, morta nel 1997, rifiutando di curarsi da un tumore per il costo esagerato delle cure mediche. Ha abitato per un periodo con Angela Davis, per Robert Mapplethorpe era una delle persone preferite da fotografare. Un personaggio eccentrico, fuori dagli schemi, che amava profondamente la scrittura di Burroughs. 

Sangue e viscere al liceo è stato definito un libro punk, postmoderno, aggiungerei vertiginoso. Janey, la voce protagonista, è prima bambina poi adolescente, è orfana di madre e suo padre è per lei «fidanzato, fratello, sorella, soldi, divertimento». Cresciuta a Merida, Messico, fuggirà dalla figura totalizzante del padre, con cui ha un rapporto incestuoso, per cercare se stessa. A New York, quando il padre smette di mandarle del denaro, cerca un lavoro e finisce in una panetteria hipster. Gli anni successivi sono scanditi dalla dipendenza dal sesso, da due aborti, dalla partecipazione a una gang di quartiere, e da una rapina nel suo appartamento alla quale consegue il suo rapimento che la conduce in un posto angusto ed estraneo, in attesa di essere venduta come prostituta. Si ritroverà in Persia, dove imparerà, nelle ore di solitudine e segregazione, la lingua persiana che utilizzerà per scrivere poesie. In Marocco, incontrerà casualmente Jean Genet con cui passerà parte della sua vita. 

La storia, intervallata da disegni spesso espliciti di parti intime esposte, viene caratterizzata dal personaggio di Janey che, con fare manipolatorio, interviene sui fatti e sulle sue scelte, muovendo la sua esistenza verso una direzione apparentemente – o socialmente – meno consona.  Colme di desiderio, queste pagine sono ammantate da temi ancora attuali, quali l’identità e la violenza. Quest’ultima, si riversa nelle relazioni di Janey e persino nei sogni. 

Procedendo nella lettura, l’accelerazione del delirio diviene Magnificat nella poesia della schiava, nella ricerca della libertà e nelle parole scritte in stampatello come fossero urlate. Agonia, dolore, sofferenza: «Perché esito?» sembrano essere parte del gioco – o del giogo – della vita, al pari della forza distruttiva che il desiderio produce. 

E nella comparazione con La lettera scarlatta, Janey-Acker snocciola la questione femminile: la donna nel contemporaneo e la sua veste di scrittrice. «Hawthorne doveva proteggersi per poter continuare a scrivere. Adesso io posso parlare nella maniera che preferisco dato che a nessuno frega un cazzo della scrittura e delle idee, alla gente importa solo dei soldi». 

Acker lascia che sia la voce di Janey a dichiarare un pensiero definitivo – quanto ancora tristemente attuale – sulla società «che è completamente andata» e si sente impotente davanti a tanta indifferenza e all’interesse quasi esclusivo per il denaro, e conclude con una posizione chiara e desiderativa: «Non voglio vivere tutta la vita all’inferno».

 

 



Titolo: Sangue e viscere al liceo
Autore: Kathy Acker 
Casa editrice: Liberaria editrice
Pagine: 200
Pubblicazione: 11 gennaio 2023
Compra sul sito dell’editore


Ti è piaciuto questo articolo? Dacci una mano! Il tuo aiuto ci consente di mantenere le spese di questa piattaforma e continuare a diffondere l'arte.
L'associazione si sostiene senza pubblicità ma soltanto con le tessere associative e l'impegno dei soci.
I Link verso i canali di vendita sono inseriti al solo scopo di agevolare gli utenti all'acquisto.
Sottoscrivi la tessera associativa con una piccola donazione su PAYPAL
Oppure puoi offrirci un caffè.

 

Privacy Policy