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Di Paolo Perlini
Un tempo mostrare l’album di famiglia agli ospiti era motivo di orgoglio e condivisione.
Per chi è nato negli anni Duemila questa pratica non esisterà più. Adesso è tutto online: le piattaforme social creano i nostri album virtuali e ci ripropongono le foto scattate in un determinato giorno. Sotto un certo punto di vista sono di grande utilità, ci dicono dove e quando le abbiamo scattate, precise anche nell’orario, ma un’informazione così puntuale annulla ogni sforzo di memoria, rende il ricordo meccanico, asettico, forse nemmeno personale.
Per chi ama la tecnologia, l’ordine e la catalogazione, questo sistema può essere utile, ma cosa possiamo fare con tutte quelle fotografie dei nostri genitori e nonni, quelle che troviamo appicciate con triangolini adesivi che ormai non reggono più, o infilate in scomparti di plastica, dentro album dalle fogge più strane? E che fare di tutte quelle stampe ritrovate nei cassetti, dentro scatole di scarpe o di biscotti? E le migliaia di diapositive?
Ne avevamo già parlato nella recensione della graphic novel di Edo Brenes. L’autore, partendo da alcune fotografie mostrate da sua madre era partito per un viaggio nella terra d’origine, la Costarica, per ricostruire la storia della sua famiglia. Edo Brenes, quasi di sicuro non aveva letto il libro di Duccio Demetrio, Album di famiglia. Scrivere i ricordi di casa, ma ha comunque messo in pratica i suoi insegnamenti.
Attraverso la riproduzione di foto e quadri, citazioni letterarie, aneddoti ed episodi storici, Duccio Demetrio ci spiega quali siano le necessità che rendono importante la creazione di un album di famiglia e ci guida nella sua realizzazione. Un album molto vasto, da non intendere solamente fotografico perché può richiedere anche uno sforzo autobiografico, una narrazione, che coinvolge amici, parenti, vicini di casa.
L’autore ricorda una conferenza di Oliver Sacks tenuta a Milano nel 2001:
«... è necessario capire quali sono le nostre origini, tornare all’inizio della nostra vita, analizzare tutti gli influssi che ci hanno formato, le persone che sono state importanti per noi, questo ritorno è fondamentale per capire la forma di questo nostro viaggio sulla Terra… penso che l’autobiografia sia una specie di riconoscimento alla gente – e aggiungiamo noi in primo luogo alla nostra famiglia – alle persone: significa riconoscere la gente, i luoghi, le passioni, tutti i libri che ho letto e che mi hanno cambiato.»
Questa raccolta di fotografie, ricordi, episodi autobiografici può sembrare una fatica immane per chi non è abituato all’ordine, alla scrittura, soprattutto alla rievocazione dei ricordi perché, bene o male, ogni vita è in bianco e nero, spesso qualcosa si vorrebbe dimenticare.
Eppure, durante e dopo la lettura di questo libro, tutto sarà più facile. Non è una classica guida che ti dice come fare, ti segue tappa per tappa e ti obbliga a delle scadenze. Non trovi paginette bianche da riempire ed elenchi puntati.
È tutto tranne che un tutorial. Il come fare lo impara il lettore osservando, leggendo, curiosando nella casa dei ricordi nella quale ci conduce l’autore.
Titolo: Album di famiglia. Scrivere i ricordi di casa
Autore: Duccio Demetrio
Editore: Meltemi
Pubblicazione: 2022
Pagine: 236
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Duccio Demetrio è un pedagogista, filosofo e accademico italiano. È direttore scientifico del Centro Nazionale Ricerche e studi autobiografici della Libera università dell'Autobiografia di Anghiari (da lui fondata nel 1998 insieme a Saverio Tutino) e di "Accademia del silenzio". Si occupa da sempre di scrittura autobiografica e numerose sono le sue pubblicazioni riguardanti questo tema.Ti è piaciuto questo articolo? Dacci una mano! Il tuo aiuto ci consente di mantenere le spese di questa piattaforma e continuare a diffondere l'arte.
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