di Chiara Bianchi
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La giovane penna di Vittorio Punzo, classe 1998, finalista alla XXXIV edizione del Premio Italo Calvino con L’età delle madri, edito Alter Ego edizioni, ci racconta di Domenico, sedicenne che vuole dimostrare di non essere un ragazzino. Diventare uomo, per Domenico, significa osservare e prendere posizione sulle sue esperienze di vita a Pacifica, un paese inventato, di ambientazione meridionale. I fatti si concentrano nei giorni della sua relazione con Maria Vittoria, ventunenne, e nella sua conoscenza della madre della sua ragazza, Anna.
Le due donne restano al centro della storia: Maria Vittoria con forza cerca di raggiungere un’indipendenza economica e sociale, tali da permettere di andare a visitare un altrove in cui ricominciare una nuova vita; Anna, la madre, occupa sempre più spazio nella vita del ragazzo, vomitandogli frammenti di vita vissuta, esperienze terrificanti, spesso cariche di violenza e paura.
Domenico si muove in questo spazio, dividendo il suo tempo tra la scuola che lo annoia, i giri al fiume o per il paese con Maria Vittoria, gli incontri con i vecchi del paese, i giri nei bar, l’eccentrico Malatesta, e le notti passate a bere, fumare e parlare con Anna.
Lo sguardo di Domenico è sempre curioso e carico di immaginazione. In alcuni frangenti, sembra sconfinare nel sogno.
Il luogo sacro per la sua relazione è il fiume dove si svolgono le scene più originali e forse più oniriche.
Quando Domenico entra nella vita famigliare di Anna e Maria V. scoprirà un giardino fatto di piante finte e solo una, in mezzo a queste, sarà vera. Sembra una metafora e quasi una provocazione: della storia, ci si chiede, cosa sarà frutto dell’immaginario di Domenico e cosa appartiene alla realtà?
Il sedicenne non racconta nulla della sua famiglia – compare in brevi frammenti l’immagine di un padre addormentato in poltrona e sorridente – questa esclusione è probabilmente legata all’adolescenza, periodo in cui si verifica il primo allontanamento dalla famiglia. Per quanto Domenico voglia sentirsi adulto, è molto infantile nel modo di amare Maria V., mentre nel rapporto con Anna cerca quasi di sostituirsi a metà tra un compagno di vita e un padre.
«Le persone, la sfortuna, l’amore, la vergogna, il dolore, il piacere. Non lo so. Per me, il dolore, il piacere, la vergogna sono luoghi diversi. Trovarli tutti insieme, sovrapposti, è un collage».
Domenico è quel collage. Fatto di sentimenti, di empatia, di curiosità e di dubbi che lui trasforma in sicurezze mai conosciute per farsi grande, farsi uomo e dedicare la sua esistenza a rendere migliore la vita delle due donne.
La scrittura di Punzo è carica di simboli e, per quanto acerba è un buon seminato di consapevolezza che, speriamo, gli serva per costruire storie più elaborate e solide.
Titolo: L'età delle madri
Autrice: Vittorio Punzo
Casa editrice: Alter Ego
Pagine: 224
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