Sola andata è una discesa verso l'ignoto che ci abita, come quando, combattuta l'iniziale avversione per una brutta ferita, ti trovi a studiarla, toccarla, scoprirne i lembi feriti, pigiando sui lividi.
Ce ne parla Erika.
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Ludovica e Cristian sono una giovane coppia. Vivono a Roma, in quello che è ancora un cantiere e dentro il quale cercano di immaginare la loro casa che sarà. Tutto sembra procedere, pur se tra alti e bassi, finché un giorno lui, ricercatore medico, accetta un incarico a Londra e parte, lasciandola sola.
Ma Ludovica e Cristian non sono solo una coppia: sono due entità diverse, due approcci diversi alla vita, al mondo. Lui, analitico e razionale, vive hic et nunc; lei, con una mente ipersensibile, è invece votata all'immaginazione, alle vastità, alle profondità e alla sofferenza.
Quando rimane sola si aggrappa con tutte le sue forze a Ombra, una gattina cieca che avevano trovato nel loro garage e preso a vivere con loro, ma quando si rende conto che la piccola creatura non basta a colmare quella sensazione di incompletezza che la partenza di Cristian le aveva riaperto, decide di raggiungerlo a Londra, per poter riprendere la loro storia da dove si era interrotta.
Lascia il suo lavoro da didascalista, che in qualche modo sembrava calzarle perfettamente, affida Ombra ai suoi genitori e sale su un volo sul quale farà uno strano incontro, di fatto un anticipo della follia verso cui si sta dirigendo a grandi passi.
Giunta a destinazione, la realtà la colpisce come un pugno: la loro sistemazione è precaria e il lavoro di Cristian lo porta molte ore fuori casa lasciandola ancora più smarrita di quanto non fosse quando l'idea di ricongiungersi con lui era un desiderio e un sogno.
Nel tentativo di tornare indipendente, si candida per quello che crede sia un lavoro da barista e invece si rivela una ricerca per una ballerina esotica in un locale notturno.
Pur riassegnandole un posto nello spazio e nel proprio corpo, dal quale sentiva sempre più di disconnettersi, lo sforzo di crearsi una nuova identità così diversa da quella che crede sia la propria natura schiva e riservata, la spinge a fare uso di stupefacenti e circondarsi di menzogne, consegnandola di fatto a una nuova deriva, sempre meno presente a se stessa e a quello che la circonda, facendole perdere di vista prima Ombra, poi Cristian.
Quando le crolla addosso la consapevolezza di aver vissuto gli ultimi anni a rincorrere un'illusione di normalità e proiezione delle proprie speranze interamente in un rassicurante e prevedibile futuro già deciso, decide di sganciarsi da ogni legame, da ogni paracadute, affidando il proprio destino a un turbine di scelte sbagliate ma personali e istintive, creandosi un'esistenza folle, cruda, pericolosa ma libera dal condizionamento del giudizio altrui, una strada scavata nella sofferenza e nella sopravvivenza, ma reale, presente, tangibile.
Sola andata è soprattutto un viaggio mentale, una discesa verso l'ignoto che ci abita, il bisogno di scavare le profondità dell'esperienza, di procedere a tentoni nell'oscurità o gettarsi ad occhi chiusi nel vuoto, come quando, combattuta l'iniziale avversione per una brutta ferita, ti trovi a studiarla, toccarla, scoprirne i lembi feriti, pigiando sui lividi, realizzando come niente più del dolore fisico possa restituire lucidità e appartenenza al proprio corpo e al proprio tempo.
Titolo: Sola Andata
Autore: Claudia Bruno
Edizioni: NNE
Collana: La Stagione/ Gli Innocenti
Genere: Romanzo
Pagine: 233
Uscita: marzo 2022
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