Un omaggio a Onetti
di Chiara Bianchi
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Nella riscoperta di una scrittura visionaria e terrena, in egual misura, alcune storie, avvicinandosi all’umanità, non perdono col tempo la linfa vitale di cui sono dotate e continuano a conquistare ciclicamente i lettori.
Juan Carlos Onetti scrisse Gli addii nel 1954, da poco ripubblicato da Sur insieme agli altri capolavori del genio uruguaiano, con nuova veste grafica e prefazione di Chiara Valerio. Egli lo ritenne il suo preferito tra i suoi scritti – tutti di grande caratura narrativa e letteraria dai romanzi-novella fino ai racconti, raccolti in Triste come lei.
La scrittura di Onetti si riempie di luoghi di passaggio dove approdano forestieri senza nome che si muovono nello spazio – di solito caratterizzato da piccoli borghi – osservati da altri volti di cui conosciamo pensieri e parole, a volte la professione, in un’alternanza di speranze, illusioni e supposizioni sul passato e sul presente di quelle figure misteriose.
Nel tratto di strada che percorriamo accanto a questo concerto di personaggi osserviamo con i loro occhi le miserie degli uomini, i loro limiti e le loro possibilità, e restiamo inermi e impossibilitati di fronte alla realtà di quei fatti.
Indefiniti, stanchi e perduti nel chiacchiericcio della vita man mano che il racconto avanza, al lettore non resta che rassegnarsi allo smarrimento altrui, accettando il vuoto conosciuto unicamente dall’autore.
La narrazione inizia con una negazione «Avrei voluto non avere visto dell’uomo, la prima volta che entrò nel negozio, nient’altro che le mani […]» con la quale la voce narrante sembra invitarci a chiederci il motivo di questa sua volontà. Cosa è accaduto?
Scopriamo, poco alla volta, chi fosse l’uomo forestiero, chi la voce narrante e chi gli altri personaggi – che si alternano all’interno del negozio, quasi a rappresentare un palcoscenico.
La storia muove le fila e segue le vicende di un forestiero, arrivato in un luogo senza nome per intraprendere un percorso di cure nel sanatorio della zona. L’uomo riceve periodicamente due lettere e ne spedisce altrettante. Scopriamo che dietro quelle parole di carta ci sono due donne e un segreto. Il narratore, assieme alle altre voci, ipotizza una storia sul passato dell’uomo, di cui ricordiamo avrebbe voluto conservare solo il ricordo delle sue mani, e che pian piano diviene quasi un’ossessione: conoscere chi entra nel suo spazio vitale, scoprire cosa porta con sé del proprio passato e di quale materia sarà il suo avvenire.
Supposizioni. Su questo si muove la storia raccontata ne Gli addii. Onetti sapeva cosa era il ritmo, la tensione, la ritrattazione di ogni singola vicissitudine, il valore del mistero e del segreto nella scrittura e nella vita. Tutto resta avvolto dalla nebbia attraverso la quale egli creava immagini subitanee ed eterne.
[…] parlai con l’infermiere del fatto che è inutile affannarsi per sfuggire al destino.
Oggi lo ricordiamo nel giorno della sua dipartita (1 luglio 1909 – 30 maggio 1994).
Traduzione di Dario Puccini
Prefazione di Chiara Valerio
data di uscita: novembre 2021
ISBN: 978-88-6998-285-9
Prezzo: 13.00 €
109 pagine
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