Mary Ruefle – La mia proprietà privata
Quando la poesia diviene prosa e racconta l’intero campionario di stati d’animo e di ossessioni dell’esistenza umana
di Chiara Bianchi
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Se tentaste di leggere questo libro con l’intento di carpirne ogni legittimo passaggio vi perdereste la magia della poesia travestita da prosa. La mia proprietà privata di Mary Ruefle, edito da NNeditore, con la traduzione in italiano di Gioia Guerzoni, è un regalo di inestimabile valore che la poetessa americana ci dona dal più profondo antro umano, dove i pensieri e i ricordi diventano terreno fertile per raccontare l’intero campionario di stati d’animo e di ossessioni dell’esistenza umana.
Ruefle ci prende per mano, ci fa accomodare nelle sue stanze segrete e si racconta attraverso immagini e visioni sull’amore, sull’arte, sulla felicità, sul tempo. Teneramente sembra chiederci: anche per voi è così? Anche voi vi siete sentiti così? e, probabilmente, la risposta sarà positiva.
In brevi e brevissimi racconti condensa storie al limite dell’ordinario che setacciano momenti di vita.
A sogni bizzarri con Dio protagonista, a solitudini sconfinate di una foresta nella neve, a un romanzo scritto su piatti da portata, a teste rimpicciolite e il desiderio di collezionarle, al diario dei piagnistei ritrovato in menopausa si alternano metafore poetiche sulla tristezza analizzata per colore. Attraverso la sua comprensione privata nell’associazione di ogni colore alla tristezza, secondo un ordine cromatico personale, Ruefle dà un senso ai sapori della vita, colorando i sentimenti e gli stati d’animo.
Del resto, non è facile trovarsi nelle situazioni raccontate ma l’incontro con una frase, un passaggio, una parola che si accosti alla nostra esperienza umana offre una strana sensazione di calore, quando in mezzo a un infinito mare di concetti estranei, un pensiero o una frase ci appare familiare fino a chiederci se ci sta leggendo dentro.
Ruefle spesso espone ossessioni private, impulsi contraddittori proponendoli al lettore alla ricerca di un bene comune, come se la condivisione delle nostre paure più profonde possa creare una connessione con l’altro.
«Non sono mai sola, non sono mai annoiata. Tranne quando annoio me stessa, che è la mia definizione di solitudine: annoiare se stessi».
In queste pagine troverete oggetti ordinari impregnati di significato elevato.
Difficile pensare che sostituendo la parola felicità a tristezza non cambi nulla, eppure, è Ruefle stessa a suggerircelo nelle note finali. Ricordandoci che tristezza e felicità convergono e si trasformano all’infinito, l’una nell’altra, ospitate per un breve istante da momenti e oggetti.
«La tristezza blu è dolcezza tagliata in tante strisce con le forbici e poi fatta a pezzettini con un coltello, è la tristezza delle fantasticherie e della nostalgia: potrebbe essere, ad esempio, il ricordo di una felicità che ormai è solo un ricordo, nascosto in una nicchia che non si può spolverare perché è difficile da raggiungere».
Mary Ruefle
La mia proprietà privata
Traduttore : Gioia Guerzoni
Numero Pagine : 128
Prezzo : 14 €
ISBN : 979-12-80284-22-8
In libreria da : 26-08-2021
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