I movimenti omosessuali di liberazione - Mariasilvia Spolato
Una raccolta di documenti a servizio della narrazione dei movimenti di liberazione sessuale con lo scopo ultimo di creare connessioni tra le realtà rivoluzionarie
di Chiara Bianchi
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Tutto ciò che è divulgazione non può che rappresentare passi giganti verso la conoscenza, perché solo con la consapevolezza dell’accaduto potremmo avere un’idea di ciò che ci circonda e di ciò che sarà il futuro.
Questa raccolta di documenti organizzata da Mariasilvia Spolato fu pubblicata nel 1972 dalla casa editrice Samonà e Savelli. Divenne pietra miliare per il neonato movimento omosessuale. Spolato raccolse nel volume documenti e interviste dei movimenti di liberazione sessuale di quegli anni, dal Gay Liberation Front statunitense al FHAR francese, passando per i collettivi universitari e l’appoggio politico delle Pantere Nere, fino ad arrivare al Fuori! italiano e alla contestazione di Sanremo del 1972.
Questa nuova edizione pubblicata da Asterisco Edizioni – progetto editoriale con l’obiettivo di approfondire tematiche legate al mondo delle sessualità e generi dissidenti, tematiche lgbitq, femministe e nerd – inaugura Eresia, la collana di ristampe dedicate alla valorizzazione delle soggettività lgbitq che hanno letteralmente fatto la storia e si configura come un contributo necessario per interrogarci oggi, a cinquant’anni dalla rivolta di Stonewall, sullo stato dell’arte del movimento lgbitq italiano.
La postfazione è lasciata alle parole di Dacia Maraini.
In copertina un disegno proprio di Mariasilvia Spolato.
Per chi non avesse mai sentito parlare di Mariasilvia Spolato è stata la prima lesbica pubblicamente dichiarata d’Italia, dopo che una foto della sua partecipazione alla manifestazione in occasione dell’otto marzo a Roma, dove esibiva un cartello con su scritto LIBERAZIONE OMOSESSUALE finì su «Panorama». Era un’insegnante di matematica, ma successivamente a questa vicenda si ritrova senza lavoro e poco dopo iniziò la sua vita di senza tetto fino alla morte avvenuta nel 2018.
Nell’introduzione del libro, lasciata a Elena Biagini, ci vengono raccontate le vicende di questa persona straordinaria, attiva politicamente a Roma, fondatrice della rivista «Fuori!», primo periodico omosessuale italiano, concertatrice tra i vari frangenti dei movimenti in rivoluzione negli anni Settanta, dimenticata fino alla sua morte.
Questo volume, nella sua prima edizione, ebbe un ruolo fondamentale per la circolazione di testi sui movimenti omosessuali e lesbici di altre parti del mondo e per la diffusione della conoscenza dei primi passi del movimento omosessuale.
Erano i primi anni di lotta per la liberazione omosessuale. Ogni gruppo aveva un proclama, un manifesto in cui venivano enunciati i difetti della società e il modo per riparare a quei danni.
Fu un periodo di forte impulso in tutto il mondo, dagli Stati Uniti, all’Europa, passando per Cuba. Le spinte rivoluzionarie che guidavano le rivolte nascevano da una parte dall’esempio dei Black Panther a difesa del popolo nero americano, dall’altra dalla lotta e dal sostegno contro a situazione di sottomissione delle donne, il tutto condito di una forza interna dei movimenti omosessuali stanchi di vivere nella repressione della propria individualità.
Patriarcato, capitalismo, famiglia etero normata questi i punti da scardinare.
La repressione esiste a tutti i livelli. Il riempimento del cervello con la propaganda etero, lo si subisce fin dall’infanzia.
Contro il sistema repressivo si propone una rivoluzione sessuale senza precedenti che metta fine alla subordinazione della donna, riconosca l’esistenza degli omosessuali e delle lesbiche non solo nella sfera del sesso ma come persone riconosciute nella quotidianità.
I movimenti chiedono parità di diritti e protestano contro gli strumenti di tortura utilizzati da medici e psichiatri al fine di risolvere l’omosessualità, all’epoca, considerata una malattia.
Interessanti per il loro apporto storico e giornalistico sono le interviste ad Anna Koedt e a Maria. La prima femminista radicale di origini danesi, la seconda un’operaia di ventun anni, le quali entrambi raccontano del loro scoprirsi lesbiche in un contesto di deprivazioni emozionali, nel quale non c’era spazio per qualsiasi forma di “anormalità” (con questo termine si definisce la donna lontana dal tradizionale ruolo di progenitrice, madre, moglie). Entrambe parlano di disagio, difficoltà a relazionarsi in pubblico, cosa che considerarono con pentimento, e di quanto fosse difficile definirsi lesbiche, termine dalla forte connotazione negativa.
Gli albori dei movimenti di liberazione sessuale ci ricordano che il semplice individuo da solo non potrà muovere che se stesso, ma se le idee e le azioni vengono portate avanti dalle persone unite non potranno che essere ricordate, metabolizzate e solo così portare ai risultati sperati.
Cinquant’anni fa si definiva l’idea di lotta per una società nuova che prevedesse la parità sessuale e sociale, la caduta del maschio paralizzatore, nella prospettiva sempre attuale di una vita priva di definizioni e di repressioni.
Noi non siamo contro i normali ma contro la società normale.
Voi domandate: «che possiamo fare per voi?»
Voi non potete fare niente per noi fintanto che resterete ciascuno il rappresentante della società normale, fintanto che vi rifiuterete di vedere tutti i desideri segreti che voi avete rimosso.
Voi non potete fare niente per noi fintanto che non fate niente per voi stessi. («Tout!», n.ro 12)
Autrice: Mariasilvia Spolato
Titolo: I movimenti omosessuali di liberazione
A cura di: Mariasilvia Spolato
Introduzione: Elena Biagini
Postfazione: Dacia Maraini
Editore: Asterisco Edizioni
Isbn: 9788894437102
Pagine: 195
Data di pubblicazione: 29 aprile 2019
Comitato scientifico: Marta Cotta Ramosino, Mauro Muscio, Lorenzo Bernini, Irene Villa, Elena Biagini, Massimo Prearo e Olivia Fiorilli.
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