Linda Barbarino - La Dragunera (il Saggiatore)
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Secondo Paolo, Rosa è la buddana buona. La Dragunera, moglie di suo fratello, è la magara cattiva. La sua dipendenza contraddittoria per entrambe le donne, donne che semplifica e che non riesce a capire (cosa c’è da capire delle fimmine che non pensano colla testa?) è il perno di questo romanzo narrato in buona parte in dialetto, ambientato in una Sicilia magica e assolata, antica. Paolo lavora la terra, è devoto ai genitori e disprezza il fratello prima emigrato al nord per fare il questurino e in seguito tornato in Sicilia, per sposare una strega sfottente che all’alba coglie le erbe per guarire o maledire, chiamata Dragunera come la tempesta che arriva dal mare. Paolo la teme, non può averla ma la desidera mentre cerca ristoro tra le braccia di Rosa, prostituta per sopravvivenza e romanticamente innamorata di lui, il cliente preferito. Rosa è la voce più intima e forte di queste pagine, e non di meno è spaventata dalla Dragunera. Attraverso i suoi ricordi e l’attaccamento mai superato per la malandata casetta d’infanzia dove non può più fare ritorno, Rosa ci aiuta a capire come mai la Dragunera e coloro che chiamiamo streghe dominano da sempre i desideri e le coscienze, perché le vogliamo cacciare ma vogliamo anche raggiungerle, come mai la loro sfrontata forza e indipendenza provoca febbre invidia e desiderio di libertà. “Se invece di giocare a casa se ne andava con sua sorella, a lei il gabbo nessuno glielo faceva; se ci andava pure lei fuori, a giocare coi maschi, a fare la lotta coi bastoni e pigliarsi a legnate, a imparare a suprastiarli...non le sarebbe successo niente”.
Giacomo Cardaci - Zucchero e Catrame (Fandango)
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Questo romanzo è un groppo solido di rabbia generata dal disprezzo. È cattivo, se la prende con chi non c’entra niente e forse ha il difetto di una narrazione lasciata troppo in ebollizione, tanto da carbonizzare la pentola. Scopriamo dalla prima pagina che Cesare si trova nel carcere minorile Beccaria di Milano, ma non sappiamo il motivo. Con un swidth="200" alto nel passato ripercorriamo la sua vita fin dall’infanzia in provincia di Udine, dove viene bullizzato dalle suore e dai compagni ed è detestato dal padre, di cui comincia ad intuire i traffici criminali coperti dalla gestione del bar di famiglia. Un’anziana ed emarginata signora del condominio è l’unica ad assecondare la femminilità di Cesare, il suo amore per le Barbie, e qui ha origine la tendenza di Cesare a cercare conforto in donne non conformi, isolate quanto lui e per le quali a sua volta il ragazzo prova occasionale disprezzo. Quando il padre sconvolge la famiglia con un trasferimento in un buco di appartamento nell’estrema periferia milanese con la prospettiva illusoria di fare un sacco di soldi, Cesare è un adolescente e si infatua subito di un vicino di casa poco più grande. Uno zarro affascinante, volgare, manipolatore, bellissimo e violento. Ed è questo incontro, avvenuto nel nuovo degrado della Milano che sopravvive di espedienti, a cambiare la sua vita.
Sarai Walker - Dietland (Mondadori)
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C’è una versione migliore di te che aspetta di essere liberata. Di solito da una dieta, perché la versione migliore è magra, sempre più magra, e non importa a quale prezzo dovrai diventare quella che credi sia la vera te stessa, quella che occupa meno spazio. Plume è una donna da sempre grassa - ma non sopporta quella parola - che dopo una vita di diete fallimentari aspetta di farsi restringere chirurgicamente lo stomaco, e mentre attende l’intervento riempiendo l’armadio di abiti in cui potrà entrare una volta diventata magra, la sua vita newyorkese viene sconvolta dall’incontro con una misteriosa ragazza che la pedina, Leeta, che prima di sparire le lascia da leggere “Dietland”, un libro inchiesta sulle attività criminali e ingannevoli della Baptist Weight Loss, a cui la giovane Plume si era rivolta da teenager per dimagrire. Questa lettura scatenerà una catena di incontri con straordinarie donne masticate come lei dell’industria della bellezza e della dieta, dalla misoginia e dalla cultura del possesso del corpo femminile, alleate che aiuteranno Plume a ribellarsi dandole asilo alla Calliope House, rifugio per donne bisognose di risollevarsi. Nel frattempo il mondo viene sconvolto dai brutali assassini di diversi stupratori e sfruttatori di donne, rivendicati da una semplice firma: Jennifer. Che legame c’è tra Jennifer, Leeta, e la misteriosa attività di sabotaggio sotterranea al più grande gruppo editoriale di magazine femminili dove anche Plume lavora? Chi è Jennifer? Le donne si sono finalmente organizzare contro il sistema che le ingabbia? Sembrerebbe una guerra, un Fight Club che l’autrice ringrazia e cita apertamente come fonte di ispirazione. La guerra di Plume contro il fantasma della ragazza magra in cui credeva di doversi trasformare per cominciare a vivere.
Espérance Hakuzwimana Ripanti - E poi basta, manifesto di una donna nera italiana (People)
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Riappropriarsi. Significa rendere nuovamente tuo qualcosa che ti è stato sottratto, negato. Può essere qualcosa di materiale o immateriale, come la propria storia o la propria voce, e sebbene possa sembrare strano puoi volertene riappropriare apposta per poterla condividere con il prossimo. Il verbo riappropriare evoca un’immagine individualista, intima, un tesoro riconquistato e nascosto in cassaforte, ma alle storie non piace troppo nascondersi. E raccontarsi è completamente diverso dall’essere raccontate. Le persone nere italiane hanno bisogno che le persone bianche smettano di appropriarsi delle loro storie. Queste saggio sotto forma di memoir è il punto di vista di una ragazza nera italiana divoratrice di libri, Espérance, che racconta la propria vita e di come ci si possa sentire “finalmente arrabbiata e in salvo”. Espérance non parla solo di razzismo e cosa significhi conviverci da sempre in quanto ragazza nera e adottata, ma anche cosa significhi avere a che fare con persone convinte di non essere razziste ma che pensano di fare un complimento dicendo che lei è un ovetto kinder, nera fuori e bianca dentro, nera ma “con tutte le caratteristiche delle persone italiane”. Espérance ha paura e si sente libera, libera di dire la verità a chi l’accusa di “prendersela troppo”, rendendoci una testimonianza di un nitore bellissimo e necessario. Ed è sempre stato necessario, solo che alcuni di noi avevano il lusso di non avvertirne l’urgenza.
Susan Sontag - L’amante del vulcano (nottetempo)
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Le idee illuministe della rivoluzione francese rischiano di travolgere le fragili e ingorde monarchie europee, compreso il regno delle due Sicilie. In una Napoli di fine settecento, feroce e superstiziosa, l’ambasciatore inglese favorito dalle sue maestà napoletane William Hamilton, collezionista d’arte e grande appassionato di un Vesuvio all’epoca ancora in fervente attività - tanto da scalarlo spesso e a sprezzo del pericolo - rimasto vedovo sposa in seconde nozze Emma, giovane di umili origini e scandaloso passato, che diventerà rapidamente una delle bellezze più ammirate e ferocemente criticate dell’aristocrazia europea. Sguaiata, ingorda, intelligente e talentuosa, pur rimanendo sposata a Sir Hamilton si innamora dell’ammiraglio Horatio Nelson dando vita al triangolo amoroso che passerà alla storia per essere stato coinvolto nella repressione della Repubblica Napoletana, rimasta in vita pochi mesi e soffocata nel sangue di una rapida restaurazione. Sontag romanza fatti realmente accaduti servendosi di uno scalpello di lucida modernità, dando vita a sfaccettati ritratti psicologici di monumentale spessore e sorprendendoci da vera maestra con delle grandiose pagine finali, da cui emergono voci impreviste, capaci di concludere nella più degna maniera possibile un affresco storico affascinante come pochi.
Jennifer Guerra - Il corpo elettrico - Il desiderio nel femminismo che verrà (Tlon)
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Ho sottolineato interi capitoli di questo breve ma incisivo saggio della bravissima Jennifer Guerra che fa il punto, dipanando un po’ di matasse, sul momento che sta vivendo il femminismo oggi. Su come siamo arrivate sin qui, grazie a personaggi storici ingiustamente dimenticati come Olympe de Gouges, e sui passi falsi e gli errori che secondo Guerra sono stati commessi dal femminismo della differenza. Sulle sfide che il nostro corpo desiderante, che oggi più che mai rivendichiamo come politico con rabbia e orgoglio, si troverà ad affrontare. I nostri corpi occupano spazio nel mondo, rappresentano la nostra libertà di abitarli nel modo che noi e solo noi riteniamo opportuno, esperiscono il nostro viaggio, ci dicono cosa è ritenuto male e cosa è ritenuto bene dallo sguardo esterno, dove la nostra presenza provoca più fastidio e sconcerto. L’esperienza collettiva di questi corpi, facendo delle differenze un patrimonio di ricchezza inestimabile e non più degli steccati, può condurre alla rivolta. “Portando avanti il modello del ‘femminismo socialmente accettabile’ continueremo a escludere tutti quei corpi ‘indecorosi’ che non corrispondono a esso (...). Il decoro, che passi da un’ordinanza che proibisce di indossare abiti succinti o da un divieto di indossare una minigonna a scuola, nasconde sempre un principio autoritario. Nel decoro non c’è spazio per chi non si conforma, per chi non vuole aderire alla norma”. Il femminismo che verrà vuole ancora una norma a cui aderire? Vuole ancora liberarsi imitando un modello oppressivo? No, quel modello oppressivo vuole combatterlo, attraverso il corpo e le sue molteplici identità.
Maggie Nelson - Gli Argonauti (il saggiatore)
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Difficile trovare parole per descrivere in poche righe queste pagine, così importanti mentre in Italia stiamo vivendo la discussione sull’ennesima proposta di legge contro l’omobilesbotransfobia che oltretutto contiene passi relativi all’identità di genere, concetto che a certa gente proprio non riesce ad andare giù. La scrittrice Maggie Nelson e l’artista Harry Dodge si innamorano e si sposano, Harry aveva già un figlio da una precedenza relazione e ne fa un altro insieme a Maggie. Sono insomma una famiglia, che secondo reazionari e fascisti non dovrebbe esistere. Perché Harry Dodge è una persona transgender che alla nascita aveva un nome femminile, “si identifica felicemente con una butch sotto testosterone”. Maggie si sottopone a tentativi di fecondazione assistita che porterà alla nascita di loro figlio, e Harry a una desiderata mastectomia. Attraverso aneddoti e riflessioni sulla nascita della sua famiglia queer, Nelson affronta i limiti del linguaggio, del voler apporre etichette, e allo stesso tempo scopre quanto l’utilizzo di queste etichette sia soggettivo, imprescindibile per alcune persone e limitante per altre. E forse ciò che ci offre, attraverso la sua esperienza raccontata in maniera così intensa e intelligente, è semplice. Il binarismo non esiste. Collaboriamo insieme alla creazione di una società che tuteli nella maniera più ampia possibile l’autodeterminazione. “Come spiegarlo (...). Che per alcuni il processo di ‘transizione’ significhi lasciarsi completamente alle spalle un sesso mentre per altri (...) non è affatto così? Come far capire, in una cultura che freme per il raggiungimento di soluzioni definitive, che a volte il casino resta? Come spiegare che per alcuni, o per alcuni in determinati momenti, questa incertezza è ok - o addirittura auspicabile?”