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« La mia potenza non si reggerà mai sull’asservimento dell’altra metà dell’umanità. Un essere umano su due non è stato messo al mondo per obbedirmi, per occuparsi della mia vita domestica, crescere i miei figli, piacermi, distrarmi, rassicurarmi sulla portata della mia intelligenza, procurarmi il riposo dopo la battaglia, darsi da fare per mantenermi come si deve… e tanto meglio. »
Non esistono molti libri in cui si parla di stupro.
Non esistono molti libri in cui si parla di pornografia.
Ancora meno sono i libri in cui si analizza il tema della prostituzione.
E probabilmente esistono pochissimi libri che riescono a parlare di tutti questi argomenti.
Virginie Despentes non solo ci riesce, ma lo fa anche scardinando ogni norma del costrutto sociale in cui viviamo: nel saggio "King Kong Theory", pubblicato da Fandango, l’autrice più controversa della Francia – uscita quasi in contemporanea in Italia con l’imponente saga edita da Bompiani, Vernon Subutex – parla della sua vita in maniera spontanea, togliendosi diversi sassolini dalla scarpa.
La Despentes riesce a inserire la pornografia nel quotidiano e lo stupro nel regime di cose di cui non dobbiamo avere paura. E come se non bastasse arriva anche il tema della prostituzione a sconvolgere il nostro piccolo mondo borghese, narrato da un punto di vista inedito, ovvero quello della prostituta. L’autrice ha vissuto una vita intensa priva di ogni inibizione, da cui è scaturito il suo controverso esordio "Scopami" (pubblicato in Italia da Einaudi e ora fuori catalogo), in cui le due giovani protagoniste vendicano uno stupro subíto entrando in una spirale di violenza misandrica (una storia che prende il via da vicende autobiografiche). Ha inoltre diretto anche l’adattamento cinematografico della storia, scegliendo come attrici protagoniste due pornostar; e pornostar è stata anche Coralie Trinh Thi, che ha curato la regia insieme alla Despentes.
Nel tempo moltissimi sono stati gli attacchi che le due donne hanno dovuto subire, sviscerati in questo libro: la prima donna accusata di essere incapace d’altro che di vendere il proprio corpo, la seconda di aver realizzato un’opera che istiga alla violenza. La Despentes si difende analizzando la questione dal punto di vista del genere: la verità è che di storie simili è piena la letteratura, ma a scriverle sono sempre e solo gli uomini, e il vero scandalo che si portano dietro le sue trame scaturisce dallo straniamento che comporta il descrivere il “sesso debole” per una volta non solo come protagonista, ma anche come violento, vendicativo, di più, addirittura divertito dalla scia di sangue che si lascia dietro; anche se fatto con intento parodistico tutto ciò è inaccettabile.
«Quando diventi una ragazza pubblica ti saltano addosso da tutte le parti in un modo particolare. […] No, un autore non viene descritto allo stesso modo di un’autrice. Nessuno ha sentito il bisogno di scrivere che Houellebecq è bello. Se fosse stato una donna, e se gli uomini amanti dei suoi libri fossero stati numerosi come sono, avrebbero scritto che era bello. »
Questo saggio è un concentrato vibrante di empowering femminile che chiunque, uomini e donne, dovrebbero leggere, un urlo di coraggio, coscienza e intelligenza di una donna che mi è rimasta nel cuore e di cui speriamo in futuro di leggere ancora di più.
Virginie Despentes | King Kong Theory
Formato: Copertina flessibile
Editore: Fandango
Data di Uscita:3 ottobre 2019
Pagine: 134
© Christina Aspasia Bassi