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“Perché, disse misurando le parole, a me piace essere vivo. Sembra una cosa ovvia, ma è vero. Non smetto mai di chiedermi perché sono vivo, e di preoccuparmi, se per caso fosse tutto uno sbaglio....ma comunque sia, tutto questo mi piace. Il problema è che mi stanco. Ci penso troppo. E a volte, se sono fortunato, ci sono delle cose che mi fanno sentire di nuovo felice di essere vivo. Una sinfonia di Mozart, un panino con i würstel, l'odore di acetone. Queste cose riaccendono la mia curiosità per la vita; è come se la rendessero nuovamente tangibile. A volte mi capita lo stesso con un libro. Raramente con le persone. E ogni tanto penso che gli esseri umani siano la cosa meno interessante dell'intero universo. Vi scorgo solamente il riflesso del senso di sconfitta che continuo a portarmi dietro"
“Riti Notturni” è il primo volume della trilogia dei romanzi dedicati a Gerard Sorme (con “The Sex Diary of Gerard Sorme” e “The God of the Labyrinth”) che, detto fra noi, spero vengano pubblicati molto presto.
Il giovane Sorme è uno scrittore o aspirante tale, un pensatore, appassionato di lettura, musica e tutto ciò che in qualche modo lo faccia ragionare su ciò che non sempre è razionale. Come lui, molti dei personaggi nei libri di Wilson sono degli outsider: intellettuali alla continua ricerca del senso del vivere, devianti dalle regole sociali, tuttavia consapevoli del loro essere diversi in un limbo sociale di apatia e rinuncia.
Anche Sorme, nel corso della storia, si accorgerà di non aver vissuto, rifugiato per anni in biblioteche e libri. Alienato cercherà di liberarsi da ciò che offusca la realtà, dai pesi che lo rendono un semplice umano.
“L'abitudine ci fa vivere e basta, il desiderio ci fa progredire. E tutti vogliamo continuare a progredire, così coltiviamo tutti i nostri desideri. Sa una cosa, padre? Negli ultimi cinque anni sono stato parecchio confuso perché non desideravo abbastanza. Pensavo di poter vivere solo con Platone e Beethoven, e ho scoperto che non potevo. Ma non perché ci fosse qualcosa di sbagliato in Platone o Beethoven: ero io a non essere pronto per loro.”
Siamo negli anni 60, in una Londra trasgressiva, movimentata e popolata culturalmente da artisti, pittori, poeti, musicisti. Qui Gerard Sorme incontra Austin Nunne: un ricco artista, critico, scrittore, uomo poliedrico e carismatico, stravagante e sregolato. Grazie a lui e alle conoscenze che si aprono da quell’incontro, Gerard comincerà a riscoprire il piacere della vita anche grazie alla passione per un imprevisto caso di omicidi.
Tutti i protagonisti, incluso il potenziale sospettato, sono interessanti, vividi e intellettualmente stimolanti e nutrono e accompagnano con la loro complessità l'epifanica scoperta della vita.
La scrittura di Wilson coinvolge a tal punto da portarci ad avere i suoi stessi dubbi, ad analizzare tele intricate e infine a sostenere Sorme e Nunne in questo percorso totalmente fuori dalle righe. Ci identifichiamo in Sorme nello stesso modo in cui lui si specchia nell’assassino: entriamo nella testa del killer e ci sentiamo così affini a lui da domandarci, se pur per pochi brevi istitanti, se potremmo noi stessi arrivare a tanto. Filosofia, psicologia, arte, follia, sesso e religione si incastrano e si collegano alla perfezione e ci guidano alla ricerca di una soluzione. Con la ragione ma anche con l’intuito, dialogando con più o meno sobri personaggi, ci muoviamo anche noi fra dipinti, vecchi dischi e liquori pregiati.
Anche in questo libro Wilson conferma la sua abilità di raccontare gli avvenimenti con cura e meticolosità; quello che intriga il lettore non è tanto la soluzione dei "riti notturni" quanto lo stupore di essere condotti per mano fino all'ultima pagina attraverso luoghi e tempi in uno spazio che oscilla e confonde intimità e oggettività.
Non siamo obbligati a un unico punto di vista ma abbiamo l’occasione di riflettere, dubitare, indagare attraverso diverse angolazioni e livelli di analisi, oltre lo scontato.
“L'esistenza gli stava di fronte come un muro. Sentiva un desiderio istintivo di sfondarlo, questo muro, di rivendicare la propria realtà al di là di esso, e allo stesso tempo provava una paura tremenda al pensiero di essere imprigionato nell'esistenza, perché era impossibile scindersi da essa...Durante la notte si svegliò ancora, sentendosi curiosamente disgustato dal proprio corpo. come se fosse già in putrefazione. E improvvisamente capì che cosa fosse a disgustarlo; era l’idea della propria non esistenza.”
Colin Wilson | Riti Notturni
Formato: Copertina flessibile
Editore: Carbonio
Data di Uscita: 5 dicembre 2019
Pagine: 442
© Elisa Marchegiani