Kito Aya - Un litro di lacrime (Rizzoli)
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In Giappone “Un litro di lacrime” è un caso letterario diventato in pochi decenni pietra miliare, e un occidentale poco avvezzo alla cultura nipponica potrebbe non capire il perché. Si tratta dei diari di Kito Aya, che a quindici anni scopre di avere la SCA. La malattia degenera velocemente, la ragazza sprona se stessa a “mettercela tutta”, vergognandosi di essere un peso in una società in cui sforzarsi sempre a dare il massimo è il minimo richiesto (anche ai disabili, come si evince dalla lettura). Morirà a 26 anni, una breve vita segnata dalla malattia e la sofferenza. Proprio per questo la sua testimonianza avrà tanto successo, per la prima volta si narra non la morte, che in Giappone non è certo argomento tabù, ma ciò che la precede: la malattia, la fragilità, la disabilità, cioè che non si può mai dire : non ce la faccio, sto male, aiutatemi.
Charlotte Brontë - Villette (Fazi editore)
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Ho scoperto che molti appassionati della maggiore delle sorelle Brontë sostengono fermamente che Villette sia meglio di Jane Eyre. Perché la giovane istitutrice senza famiglia questa volta abbraccia una vera indipendenza, perché i personaggi presentano sfaccettature più complesse e affascinanti, perché il finale è una detonazione che non ha ancora finito di provocare sconquassamenti e dissertazioni. Lucy Snowe, graniticamente inglese e protestante nella fittizia cittadina belga Villette, è convinta di essere nata sotto una cattiva stella, e si educa a non ascoltare la speranza. Che tuttavia alberga nel suo animo, nelle sue febbri, nell’ironia di un carattere indimenticabile.
Paolo Cognetti - Sofia si veste sempre di nero (minimum fax)
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“Sofia”, disse l’infermiera a voce alta, “lo sai che cos’è la nascita? È una nave che parte per la guerra.” La struttura di questa storia avvince, perché se si tratta indubbiamente delle vicende di una ragazza problematica, indiscussa protagonista, ogni capitolo analizza la prospettiva delle persone che l’hanno conosciuta nelle varie fasi della vita, come fosse una raccolta di racconti indipendenti tra loro ma con un preciso filo conduttore: Sofia. I parenti, gli amici, gli amanti e le compagne di ricovero, ognuno di loro ha sbattuto contro Sofia, l’ha influenzata e ne è stato condizionato a propria volta. Un carattere femminile complesso condizionato da qualche luogo comune, ma vale la pena conoscere il mondo di Sofia.
Davide Enia - Appunti per un Naufragio (Sellerio)
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“Subito dico a Melo: c’è uno sbarco. Ci guardiamo dritto negli occhi e ci diciamo: chiudiamoci dentro. E nello stesso preciso momento in cui pronunciamo queste parole, dico: ma che cazzo stiamo dicendo? Andiamogli a dare una mano. E siamo usciti fuori.” Davide Enia si reca spesso a Lampedusa, ospite di amici che vi risiedono, per vedere e documentare storia e tragedia delle migrazioni dall’Africa verso l’Europa. Intervista sommozzatori, professionisti e semplici cittadini, persone che hanno trascinato fuori dalle onde ragazzi terrorizzati tirandoli per i pantaloni. Che hanno annotato ustioni, stupri e torture, relazionato su cadaveri di bambini gonfi di acqua salata. La sua ricerca si intreccia con l’intima e dolorosa vicenda familiare che vive in prima persona, la malattia che allontana l’adorato zio dalle rive della vita. Ho stretto forte questo libro, come volessi salvarlo. Più volte mi sono dovuta fermare e prendere un respiro profondo. Mi sono vergognata e consolata. Ho augurato a tutti noi un porto sicuro. Con pagine come queste forse lo costruiremo.
Virginie Despentes - King Kong Theory (Fandango)
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Saggio femminista che tratta con feroce insistenza alcuni tra i temi che più dividono i femminismi tra loro: prostituzione, pornografia, binarismo di genere. L’autrice ha avuto esperienza diretta di stupro prima e di sex work poi, e si domanda come chi considera lo stupro la peggior disgrazia e il trauma più marchiante per una donna possa allo stesso tempo richiedere che non se ne parli e non si accusino gli stupratori. Arrogandosi il diritto di dirci come vivere la sessualità. Despentes batte il tasto dell’autodeterminazione: vivere liberamente in un mondo che è tuttora misogino può richiedere un prezzo da pagare. Venire violentate tornando a casa la sera tardi, o decidere di vendere prestazioni sessuali invece che fare la commessa per quattro soldi. Perché permettere al patriarcato, che già ci obbliga a vivere nel maschilismo, di decidere quale sia il prezzo più dignitoso da pagare? Non sarà piuttosto volontà di controllarci al fine di schiacciarci tutti quanti, in favore di pochi privileg
Diane Setterfield - La tredicesima storia (Mondadori)
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Inghilterra: Margaret Lea, una riservata libraia antiquaria appassionata di biografie, viene contattata dalla più famosa scrittrice contemporanea, Vida Winter, ormai in punto di morte, per farle scrivere le sue memorie fino ad allora mai rivelate. Ci sarà da fidarsi di una donna famosa per vivere isolata dal mondo e aver sempre raccontato finzione? Dirà la verità? C’è molto più di quanto sembra ad unire Miss Lea e Miss Winter, i loro colloqui di fronte al caminetto, sempre più intimi e immersivi, abbattono i confini tra la vicenda di chi narra e di chi prende nota. Un legame gemellare. Vi piacciono i libri che parlano di libri? Se gradite anche un pizzico di mistero con contorno di saga familiare, questa è la lettura da coperta di lana & tazza di tè fumante che fa per voi.
Lorenzo Gasparrini - NO (effequ)
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Avete presente quando diciamo agli uomini che il patriarcato anche se non sembra fa male anche a loro? Bene, ecco un saggio (scritto da un uomo) che parla proprio di questo, soffermandosi in particolar modo sulla difficoltà maschile di gestire il rifiuto, su come questo sia causa ed effetto del patriarcato e di quanto sia frustrante un’esistenza dedita all’agonismo e alla performance tesa a superare ogni ostacolo (che sarebbero i “no” di altri esseri umani) al fine di risultare virili. Gasparrini racconta il paradosso di essere inevitabilmente oppressi e oppressori, perché un uomo bianco eterosessuale che vive nel patriarcato questo è: ma che l’unico modo per provare ad uscirne, per un uomo, è esercitare il rifiuto anziché subirlo. Il rifiuto di portare avanti questi schemi così dannosi per tutti e ingiusti nei confronti delle donne. Bravo Lorenzo Gasparrini, molto bello (e lo sarebbe ancora di più se a leggere queste pagine fossero sopratutto tanti maschi che si dicono progressisti).
© Giulia Gazzo