Un Inutile Delitto | Jill Dawson
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Ci sono storie distorte dal tempo, dall’abitudine, dalla leggerezza.
Storie scritte, raccontate, rappresentate in libri e documentari solo per far notizia e seguire l’onda del gossip.
Molte di loro meriterebbero un un nuovo inizio, una nuova prospettiva, come la storia di Sandra Eleanor Hensby in Rivett.
Ce la narra Jill Dawson. Una storia vera e già nota, presentata con sensibilità e delicatezza da un punto di vista finalmente differente ma senza allontanarsi da sentenze, prove, testimonianze. Senza togliere forza, veridicità e profondità alla storia, lasciando il giusto spazio alla fantasia.
Perché Jill Dawson scrive per ricordare, ribadire, sottolineare quanto oggi come allora sia facile fare di un uomo colpevole il protagonista, quasi un eroe e far dimenticare la vittima, metterla in secondo piano, come se già la violenza subita non fosse stata abbastanza.
Perché siamo figli di un tempo, allora come oggi, che ci ha insegnato a giudicare in base al sesso, al lavoro, al reddito.
Perché mai come in questi anni siamo sazi di ipocrisia, stigmi, pregiudizi e affamati di chiacchiere e facilità di giudizi.
“Forse trovavo impensabile che qualcuno così bello, sofisticato e aristocratico potesse fare cose sordide e scioccanti, perdere del tutto il controllo. Certo, sapevo che certi uomini picchiavano le mogli, non ero un'idiota, ma me li immaginavo sempre come tipi rozzi, dei bruti”
“Un inutile Delitto” è la storia di una donna che per fuggire dalla sua vita, ma forse sarebbe più corretto dire per affrontarla, si trasferisce a Londra nel 1974 per fare la bambinaia presso una ricca problematica famiglia.
E purtroppo, come già il titolo ci lascia supporre, qualcosa non andrà per il verso giusto.
Leggendo questo romanzo viviamo le giornate della giovane tata, il suo modo di ambientarsi nella famiglia del ricco conte, di sua moglie e dei suoi due figli. Il suo modo di vedere, percepire e ristabilire un contatto con una realtà dalla quale si era allontanata. E lo facciamo grazie alle voci di Mandy e Rosemary, due amiche, due bambinaie con dei punti in comune molto forti e delle visioni spesso molto differenti ma indispensabili per farci addentrare nel racconto.
“Un inutile Delitto” è un gran bel libro da divorare, scorrevole, fortemente intrigante vuoi nella presenza vuoi nell’assenza dalla nostra memoria della conoscenza del fatto reale. Da affrontare con coraggio per addentrarci in una Londra in fermento, viaggiando dentro animi desiderosi di rinascita e cambiamento e per convincerci/confermarci quanto sia più facile restare ancorati a vecchi stereotipi, adagiarsi al credo della massa piuttosto che aprirsi a ciò che fa paura.
“Come all young women and maids
That are all in your prime
Mind how you plant your garden gay
Let no one steal your thyme.
Once I had thyme enough,
To last me night and day.
There came to me a false young man
Stole all my thyme away.
And now my thyme is done
I cannot plant no new,
There lays the bed where my old thyme grew,
It's all overrun with rue.
Rue is running root,
Runs all across amain,
If I could pluck that running root,
I'll plant my thyme again'.”
"Ascoltate tutte voi, ragazze e donne
Nel fiore degli anni
Abbiate cura del vostro giardino
Non permettete a nessuno di rubarvi il timo
Un tempo avevo timo abbastanza
Da durarmi notte e dì
Ma poi è giunto un giovanotto infido
Che mi ha rubato tutto il timo
Ora il mio timo è andato per sempre
E non posso piantarne di nuovo
Perché dove prima cresceva
Ora la ruta ha invaso
E ha messo radici
E dilaga dappertutto
Se solo la potessi strappare
Di nuovo pianterei il mio timo"
Un Inutile Delitto | Jill Dawson
Editore: Carbonio (28 novembre 2019)
Collana: Cielo Stellato
Lingua: Italiano
Pagine: 297
© Elisa Marchegiani