AMOK | Camelozampa

AMOK | Camelozampa

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Pensavo fosse il nome del protagonista, oppure il verso di qualche animale esotico, la parola amore in qualche lingua orientale o una tipologia di legno. Niente di tutto questo. Amok è uno stato psicopatologico crepuscolare. Si caratterizza per un’improvvisa follia omicida che sorge in seguito a shock provocati da eventi eccezionali. E una volta passato, non si ricorda più nulla.

Ecco quindi il significato del titolo di Tullio Forgiarini, una lettura che spiazza fin dall’inizio per il linguaggio esplicito, un flusso di coscienza continuo, frasi che si concludono quasi sempre con i puntini di sospensione. 

Frasi inconcludenti, come a rappresentare la vita instabile del protagonista,  un quindicenne che conosce la droga, la violenza, la pornografia e che deve in ogni modo evitare di andare a Dräibuer, un posto di correzione dal quale non si torna più come prima.  

Un mondo che conosce bene anche Johnny Chicago, che sta lì, dentro la sua testa e gli dice cosa fare, come comportarsi.  
Un mondo niente affatto tranquillo nel quale entra Shriley, una ragazza facile al litigio, una che come lui ama mettersi nei guai e imboccare strade sbagliate.
La strada giusta sembrano poi trovarla:
"Dai, andiamo a Phantasialand!" chiede lei con insistenza.
Phantasialand è un parco divertimenti situato in Germania, uno dei 15 più visitati in Europa, di sicuro molto meglio di Dräibuer, ma forse è proprio di quest’ultimo che i due protagonisti avrebbero bisogno.

Con dialoghi vividi, descrizioni realistiche e un linguaggio a tratti crudo, Tullio Forgiarini racconta senza pudori il disagio di ragazzi lasciati privi di punti di riferimento.
Credo che per apprezzarlo in pieno bisognerebbe avere quindici anni, o una predisposizione allo sballo, oppure capire cosa significa volere stare male. 

"Non ti ubriachi spesso. Non così spesso quanto ti vanti con gli amici. E poi non per davvero. Solo perché non riesci bene a vomitare. E siccome non riesci a vomitare, stai sempre peggio. E infine svieni. E quello fa cagare. Ma un po' come adesso, è fico."

Il romanzo riesce sicuramente a scioccare e irritare il lettore ed è il pregio e il limite che ho riscontrato nella lettura. Non arriva a coinvolgerlo del tutto perché è fin troppo esplicito, perché tutto rimane sospeso tra quei tre puntini ossessivi e ossessionanti. 

Ma forse questo è proprio quello che si prefiggeva l’autore.
Vincitore del Premio dell’Unione europea per la letteratura, da questo romanzo è stato tratto il film Baby(A)lone 


AMOK | Tullio Forgiarini

Editore: Camelozampa (9 maggio 2019)
Collana: I trapezisti
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© Paolo Perlini 

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