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L’attesa è stata estenuante ma finalmente possiamo rifocillarci gli occhi con "Giona", il terzo capitolo della serie delle Scienze Inesatte di Stefano Bessoni, edito da Logos.
Non è un mistero che qui a CrunchEd le opere di Bessoni siano apprezzate e consumate compulsivamente ma questa in particolare, oltre ad addentrarsi ancor più profondamente, e forse irrimediabilmente, nei meandri della wunderkammer, è ricca di nuove sfumature a cui è importante prestare attenzione.
Una prima peculiarità si sperimenta proprio nel succedersi di questi episodi. È la prima volta che siamo trascinati in una storia più articolata e a sé stante. Non siamo di fronte all’interpretazione di altre opere né alle rime che ci raccontano di collezioni macabre e meravigliose. Allo stesso tempo è come se le opere precedenti ci avessero preparato a tutto questo, fornendoci conoscenze e chiavi di lettura sepolte tra le illustrazioni.
Ci ritroviamo a strafogarci di dettagli e il mondo di Bessoni, finora descritto accuratamente nei film, come se le illustrazioni rimanessero un gioco a cui accompagnarli, un disseminare indizi e imprimere su carta l’ispirazione, viene raccontato nelle pagine con inedita complessità.
Si ha la sensazione che a questa storia di bimbe fantasma, pericolosi segreti di un passato oscuro, incertezza di amore e futuro, manchi solo l’animazione (che peraltro non è difficile immaginare e sognare la notte, data l’esperienza in ambito di stop motion dell’autore).
Riguardo alla trama, questo volume approfondisce in maniera non solo metaforica l’immancabile wunderkammer. Scendiamo in essa insieme a Giona, ne iniziamo a svelare i segreti e a subire il fascino, scoprendone il duplice potere di attrazione e ispirazione contrapposto al suo ascendente annichilente e stravolgente sulla delicata mente umana.
A questa discesa si associa un’altra particolarità che contraddistingue questo volume. All’aumentare della cupezza del racconto e dello sgretolarsi della promessa di iniziale serenità, seppur con la dovuta dose di inquietudine, i colori delle illustrazioni si fanno più vistosi e contrastanti. Grazie alle immagini quanto alle parole ci vengono rivelate molte più componenti della capacità espressiva dell’autore e anche del suo modo di reagire, anche semplicemente sul piano immaginario del racconto, alle avversità e alle crisi che i suoi personaggi attraversano.
La lettura rimane essenziale, scorrevole come una fiaba, ma le implicazioni sono ben altre.
E alla sua conclusione, oltre al voler ripercorrere immagini e paragrafi per essere sicuri di aver dedicato la giusta attenzione ad ogni dettaglio, si rimane con il desiderio e la domanda cruciale: quanto dovrò aspettare per averne ancora? Se non altro, grazie alla compagnia di questi volumi, le nostre notti di attesa saranno visitate da bambine dagli strani e vacui sorrisi che ci guideranno tra scaffali di reliquie di essere improbabili e organi conservati in formalina. E con un po’ di fortuna forse qualche esperimento sull’homunculus potrebbe andare a buon fine.
Giona | Stefano Bessoni
Copertina rigida: 72 pagine
Editore: Logos (2 novembre 2018)
Collana: Illustrati
Lingua: Italiano
© Ombretta Blasucci