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Non è affatto impossibile imbattersi nel libro giusto al momento giusto.
Ma con Logos è praticamente una garanzia. Parliamo di "Barbablù", di Gabriel Pacheco e Chiara Lossani. E si tratta proprio del libro perfetto per lasciarsi scivolare in questo autunno che forse continua a non essere del tutto convinto ma ormai le copertine sono sfoderate e le tisane sono in infusione. Manca solo l’angolo giusto in cui ritirarsi e dedicare tutto il tempo necessario a queste pagine.
Ci si può avvicinare a questo volume in modi diversi. Il più immediato è quello di considerarlo una reinterpretazione della fiaba omonima, con stupende e suggestive illustrazione di Gabriel Pacheco accompagnate da una testo minimale, reinterpretato anch’esso secondo l’inclinazione di Chiara Lossani. Sarebbe però anche l’approccio più superficiale. Perché è possibile farne una lettura più profonda, parallela e simbolica. Ma forse lasciar spazio all’intuito e creare il giusto silenzio, in primo luogo mentale, è il modo migliore per immergersi in questo libro. Sarebbe indicato considerarlo come un’esperienza composita, piuttosto che una classica lettura di un libro illustrato.
Per i maniaci del dettaglio in questione si può partire dalla materia stessa: dalla carta. Piacevole al tatto per la familiare accuratezza ma non è ciò che colpisce più del solito — in effetti è tra i consueti motivi per cui queste pubblicazioni sono tra le nostre pietanze visive preferite. Piuttosto è il modo in cui questa carta e ciò che vi è stampato sopra interagiscono. C’è una strana sinergia che rende i blu, protagonisti di molte delle illustrazioni, singolarmente luminosi e intensi, anche nelle loro sfumature più cupe. È uno di quei casi in cui si manifesta prepotente l’impossibilità di rinunciare all’esperienza cartacea in favore di un più funzionale formato digitale quando si tratta di illustrazioni. E a maggior ragione quando la loro resa cartacea è gestita con magistrale cura.
Tornando al contenuto, la struttura stessa del libro suggerisce un approccio intuitivo. Le immagini si susseguono ampie e ricche di dettagli da scorrere con gli occhi, solo alla fine c’è un breve testo che riporta la storia di Barbablù con quelle che potrebbero sembrare arbitrarie discrepanze. Solo alla fine siamo richiamati alla lettura e alla riflessione, ridestando una mente rimasta in silenziosa ammirazione.
Infatti c’è un riferimento a fine testo, non solo a Barbablù ma anche a Clarissa Pinkola Estés. E i dettagli delle due sorelle vestite di cielo diurno e notturno, il gatto intuitivo, la volpe curiosa, la chiave legata da un infinito nastro che ricopre e rilega, acquisiscono una nuova e più chiara rilevanza.
L’attrattiva di questo volume risiede anche nella libertà di affrontarlo a seconda del momento e del desiderio. Si possono seguire molteplici percorsi, cercare simboli, leggere tra le righe, attraversare pagine con il solo scopo di annegare in un po’ di quel blu. E proprio per questa sua connotazione fugace e alle sensazioni che è in grado di suscitare quest’opera riesce a imprimersi nella memoria, portandoci a voler ripetere l’esperienza, quasi ritualmente, con la certezza di poterne scoprire ogni volta nuove sfumature e impressioni. Una fonte irrinunciabile di ispirazione.
Titolo: Barbablù
Autore: Chiara Lossani
Illustratore: Gabriel Pacheco
Edizioni: Logos
Collana: Illustrati
Genere: Illustrato
Pagine: 48
© Ombretta Blasucci