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«L’attuale Famiglia sarà costretta ad abbandonare la signoria e il castello di Otranto quando il vero detentore diventerà troppo grande per abitarvi».
Questa è la profezia che aleggia sulla signoria di Otranto, Manfredi ne è il principe, un uomo fiero ed austero, appagato dalla vita, che vive circondato dall’amore di una figlia adorabile, Matilda, una moglie devota, Ippolita, e dal figlio prediletto Corrado, in procinto di sposarsi con la graziosa Isabella.
Nulla potrebbe andare storto in un così idilliaco quadretto familiare, vero? Sbagliato.
Se qualcosa può andare storto, lo farà, Murphy docet, e infatti ancor prima che il matrimonio inizi, quando il prode Corrado sta per entrare in chiesa per la funzione nunziale, finisce schiacciato da un gigantesco elmo ricoperto di piume nere arrivato chissà da dove, morendo all’istante.
Sconvolgente, vero? Ricordatevi che parliamo sempre di un romanzo gotico e infatti “Il Castello di Otranto”, di Horace Walpole, edito da Bakemono Lab nella splendida traduzione di Marco Mancinelli, è il capostipite di questo filone tipico della seconda metà del settecento, e raccoglie quindi tra le pagine tutte le caratteristiche più classiche del genere, abbiamo dunque ambientazioni lugubri, la già citata profezia, la morte, la paura e l’orrore come temi fondamentali e persino la componente malefica e in qualche modo magica di cui si ha testimonianza fin dalle prime pagine con la fantomatica caduta di quest’elmo gigante.
Ma andiamo avanti.
Manfredi affronta il lutto in modo molto strano, sembra quasi apatico di fronte alla prematura dipartita del rampollo prediletto, c’è chi pensa che questo sia solo il meccanismo di difesa di un padre distrutto dal dolore, in realtà però la causa è un’altra.
Manfredi ha un segreto, un segreto oscuro e inenarrabile, che farebbe di tutto pur di tenere nascosto…
Qual è questo segreto? Qual è il significato della strana profezia che si sibilla alle spalle del signore di Otranto? E che c’entra in tutto ciò l’enorme elmo che ha ucciso Corrado? Non ve lo dirò, mi sembra ovvio, non mi prenderò la responsabilità di privarvi di una così affascinante lettura. Già, perché un volume del genere, per storia e struttura, oltre ad essere una scelta editoriale ben precisa ed assolutamente “controcorrente” rispetto all’editoria attuale, fatta di una continua rincorsa alla novità, è anche una chiara richiesta da parte della Bakemono Lab verso il lettore: quella di fare una pausa da tutto il resto e tornare alla lettura come attività esclusiva, per potere godere a pieno non solo della mera parola scritta contenuta nel libro, ma anche di ogni altra sua componente.
Infatti, in un’epoca di e-book, letture veloci e sbocconcellate in fretta e furia, di libri che sbocciano e sfioriscono alla stessa velocità di un battito di ciglia, questo ritorno alle origini è una linea editoriale che personalmente mi fa impazzire, e parliamo di riedizioni di classici che scavano nelle radici stesse del gotico, tanto caro a questa casa editrice, come “Il castello di Otranto” o anche “La maschera della morte rossa e altri racconti” di Edgar Allan Poe, ma anche di altri volumi come “La bella addormentata nel bosco” o “Hansel e Gretel”, fiabe emendate dalla loro patina sbrilluccicante per bambini che riprendono le loro fattezze originali estremamente oscure, stile Perrrault. Parliamo di veri e propri volumi di lusso (anche se dal prezzo assolutamente accessibile) e, nel caso de “Il castello di Otranto”, parliamo di un volume cartaceo, dalla copertina rigida e finemente illustrata da Andrea Oberosler, di capitoli ai quali si da inizio tramite un capolettera e, prima ancora tramite delle illustrazioni introduttive, in uno stile che, seppur in bianco e nero, sfocia quasi nelle miniature medievali.
Questo libro, scritto da Walpole in un passato che sembra ormai “passato” da un’eternità, ritorna in una riedizione coniugata al presente, grazie anche alla magistrale traduzione di Marco Mancinelli che, mantenendo il registro tipico di un libro antico, è stato comunque in grado di non danneggiarne assolutamente la fluidità di lettura e anzi porta il lettore dei giorni nostri a continuare a leggere imperterrito fino alla fine della storia.
Dunque cosa ci ha insegnato oggi la Bakemono Lab? Questo posso dirvelo: non è necessario mettere in tavola qualcosa di nuovo perché sia bello, basta infatti un volume in cui il vecchio e il nuovo si mescolano perfettamente dando vita a un’edizione di così grande pregio da essere degna di ogni epoca.
Autore: Horace Walpole
Titolo: Il Castello di Otranto
Traduzione: Marco Mancinelli
Illustrazioni: Andrea Oberosler
Editore: Bakemono Lab
Anno di pubblicazione: Dicembre 2020
Prezzo di copertina: 16,50 €
Pagine: 210
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© Nadia Caruso
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