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Sono tanti gli argomenti di divisione della massa. Guerre, religioni, divergenze politiche, il finale di Lost.
In particolare quest'ultimo, dopo dieci anni, è ancora oggetto di diatribe ma anche di ispirazione per tanti nuovi prodotti.
"Il confine", edito da Sergio Bonelli editore, scritto dall'unione delle penne di Giovanni Masi e Mauro Uzzeo e illustrato da Giuseppe Palumbo (primo volume, “La neve rossa”), Bruno Cannucciari (secondo volume, “Sotto l’arco spezzato”) e Carlo Ambrosini (terzo volume, “Gli eroi non piangono) ha fatto il suo debutto con un primo volume, “La neve rossa”, in un formato di estrema eleganza (cartonato, 22 x 29,7 cm) e ci ha già promesso di farci innamorare e impazzire proprio come fece Lost. Noi abbiamo avuto la fortuna di leggere i primi tre e ora, cercando di evitare gli spoiler, siamo qui per raccontarveli.
I primi due sono solo un piccolo frammento introduttivo di quello che si prospetta un mondo vastissimo e complesso. Il progetto è, tra l’altro, stato presentato come crossmediale e dovrebbe sfociare in Serie TV, giochi di ruolo, romanzi e altri formati ancora.
La storia si apre con una squadra di investigatori che cercano di fare luce su un misterioso incidente: la sparizione di un pulmino carico di ragazzini diretti in gita scolastica, in una cittadina al confine fra Italia e Francia. I personaggi che sembrano spiccare e diventare i personaggi centrali dell’indagine sono due singolari collaboratori delle forze dell’ordine dei due stati: Laura Denti, ex agente Interpol specializzata in sparizioni ma cacciata a causa dei suoi problemi di tossicodipendenza, e Antoine Jacob, il solitario massimo esperto di quelle montagne che tanto ci ricorda con le sue stranezze l’agente Cooper di Twin Peaks.
Le atmosfere sono molto cupe e riportano la mente a quelle di una serie tv che qualche anno fa mi ha letteralmente fatto innamorare, sto parlando de "Les revenants", un capolavoro francese che non ha avuto il successo che meritava.
Ne "Il confine" ci sono tutti gli ingredienti che causano dipendenza a chi, come me, è appassionato del genere (a 8 anni conoscevo a memoria le battute del "Silenzio degli innocenti" e di "7even", i thriller sono il mio pane quotidiano): mistero, simbolismo, sangue, indizi in dettagli nascosti, storie tormentate.
Gli autori ci hanno promesso che ogni dettaglio sarà un elemento che si incastrerà e tutto avrà un senso e io voglio dargli fiducia e crederci.
Al momento il primo volume, per me, è quello più d'impatto: la storia è disegnata da Giuseppe Palumbo con un tratto elegante e sobrio, i colori sono a cura di Adele Matera, il character design è di Emiliano Mammucari e i layout di Federico Rossi Edrighi.
Diversi sono gli stili appartenenti a Cannucciari e Ambrosini, pur mantenendo gli schemi della palette di colori.
I colori sono, infatti, utilizzati in modo molto particolare: dai contrasti dei toni freddi della neve e il rosso del sangue ai colori più accesi degli interni, il tutto condito da luci sempre calde che creano un’atmosfera a tratti surreale.
Le copertine sono state affidate a Lorenzo “LRNZ” Ceccotti, così come l’ideazione del misterioso simbolo che spicca sul pulmino e un po’ dappertutto e che si prepara a diventare il simbolo distintivo di tutta la serie.
Insomma, senza cadere nello spoiler selvaggio, possiamo riassumere così: i boschi di questo paesello al confine tra Italia e Francia hanno dei misteri e una serie di personaggi loschi e strambi che, al momento, non hanno nulla da invidiare a Twin Peaks. E le montagne sembrano nascondere molto più di quello che sembra.
Un consiglio? Godetevi la “tranquillità” introduttiva dei primi due volumi perché dalla fine del terzo vi strapperete le dita a morsi per non avere il quarto tra le mani.
Per questo lancio un appello agli autori: NE VOGLIAMO ANCORA!
Noi di Crunched poi, si sa, siamo sempre affamati.
Attendo quindi con ansia il seguito e spero che le promesse siano mantenute, le premesse mi sembrano molto buone.
© Giulia Cristofori