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Mi è capitato di pensare, incrociando per strada un non vedente, a quanto possa essere difficile vivere senza la vista. Avendo la fortuna di non essere colpiti da questa disabilità non ci rendiamo conto di quanto la vista influisca sul nostro pensiero. Non riusciamo nemmeno a immaginare come sia un mondo buio o senza colori. Perché la prima cosa a cui colleghiamo la parola cecità è il buio.
O, per lo meno, è il collegamento che facciamo finché non leggiamo “Lucia”, edito da Logos e scritto e disegnato da Roger Olmos.
Lucia è una bambina e, come ogni bambino, ogni giorno affronta la propria personale routine dal momento della sveglia all’arrivo a scuola.
Lucia però non è come tutti gli altri bambini, perché Lucia è cieca.
Roger Olmos gioca con i colori per arrivare a sfatare questa convinzione per la quale il mondo dei ciechi è buio. Ci presenta Lucia in bianco e nero nei suoi momenti di quotidianità ed esplode in un universo di colori quando il punto di vista diventa quello di Lucia. E ci spiega con tutta la semplicità di questo mondo che “la fantasia è colorata” e non abbiamo bisogno di occhi per vedere i colori.
Ed è proprio grazie alla fantasia di Olmos che un semplice tragitto verso la scuola si trasforma nella più incredibile delle avventure.
Un vero e proprio viaggio dove si incontrano creature straordinarie e uomini con la testa a forma di pipa.
Olmos disegna i suoni e dà forma agli odori.
E una storia di apparente routine quotidiana, diventa una storia di inclusione e unione.
Un muro che viene pian piano abbattuto, una realtà che diventa più vicina e meno misteriosa.
Grazie a “Lucia” abbiamo avuto anche l’occasione di sapere qualcosa di più di CBM Italia Onlus (qui il sito ufficiale), la più grande organizzazione internazionale che si occupa della prevenzione e cura della cecità nei paesi del Sud del mondo.
Non è mai troppo tardi per conoscere realtà che sembrano lontane da noi solo perché non ne siamo vittime, non è mai troppo tardi per imparare.
A volte basta un libro per bambini per imparare a vedere le cose con altri occhi.
© Giulia Cristofori