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Il morso dell’inverno si sta piano piano allentando ma ancora non ci lascia fuggire.
In contrasto con questo freddo ancora fermo e impeccabile vogliamo proporvi qualcosa che possa shockare gli occhi assuefatti alla scarsità di luce invernale.
E il retrogusto amaro risveglierà il cervello che si sta ancora cullando nel letargo.
Il rosso scorre prepotente sulla carta e invaderà con eguale violenza gli occhi di chiunque si appresti a leggere Maicol e Mirco.
L’Opera Omnia, in uscita con Bao, è una bomba a mano di pagine inevitabilmente rosse, il colore che più di ogni altro ci è familiare nel ruolo di sfondo alle brevi vicende degli scarabocchi a cui siamo tanto affezionati.
Questo mattoncino cartaceo è l’ennesimo strumento perfetto per nutrire e ferire gli occhi simultaneamente, colpendoci mente e cuore senza pietà con una mitragliata di pagine che ci lascerà felicemente agonizzanti in una pozza di riflessioni, sogghigni e sarcastiche lacrime.
La spietatezza di questi scarabocchi la conosciamo già, è proprio questo il punto. Nonostante si conosca quel male letto e interiorizzato, continuiamo a cercarlo, per affondare la lama con ancora più decisione.
Questo malessere già visto e vissuto al di fuori delle pagine, banale e speciale, è diventato una costante silenziosa e non ci dispiace berne un altro po’, aiutandoci a mandarlo giù con un po’ di scarabocchi d’inchiostro nero, così facili da digerire. E in questi tempi tumultuosi questo è il perfetto breviario, la compagnia cartacea per tutte quelle volte in cui, accecati sull’orlo del baratro, abbiamo bisogno di una spinta di lucida disperazione per guardarlo bene e varcarlo.
O per tutte quelle volte in cui si ha voglia di ridere di se stessi e degli altri e della tristezza che ci distingue e ci accomuna e ci mescola.
O per sentirsi meno soli e incompresi in questa folla di personaggi complici, tratti disordinati, grotteschi e lapidari che ci svelano piccole verità (o totali assenze della stessa).
Non è un tipo di lettura che possa incontrare con immediatezza i gusti di chiunque ma, accompagnandola con corroboranti dosi dell’anestetico che più si preferisce, dall’alcool alle martellate sulle gengive, risulta uno dei piatti visivi più ineguagliati e assuefacenti che si possano immaginare. Perfetto per mandare giù un po’ di rospi, tra un pensiero amaro e un ghigno saporito e liberatorio.
Dunque se proprio volete farvi del male, o del bene tramite un po’ di vermiglia e sarcastica sofferenza, scegliete per bene lo strumento e godetevi l’esperienza.
Questo libro vi sarà di certo amico.
© Ombretta Blasucci