Non c’è niente da fare, se alla parola “fumetto” si chiedesse di abbinare una città italiana, lo skyline immaginato sarebbe quello di Bologna. Non che Milano, Roma, Torino, Napoli o le altre città della penisola siano da meno. Il mondo dell’illustrazione, lo sappiamo, sta crescendo quotidianamente sotto i nostri occhi ed è sempre più facile trovare ovunque festival, rassegne, scuole dedicate al fumetto. Non solo, è sempre più facile assistere ad una contaminazione tra la nona arte e le altre, in un mix di creatività che prescinda dalla forma ma con l’unico scopo di comunicare un preciso messaggio.
Bologna, però, è da sempre legata alle arti visive e alla comunicazione. Vuoi per questioni architettoniche e paesaggistiche del territorio che a lungo hanno ispirato le visioni degli artisti, vuoi perché la città delle torri - abitata da un animo reazionario, eterogeneo e libero – incarna quello spirito del tempo che viviamo, fungendo un po’ da cartina al tornasole dei cambiamenti della società.
Nei decenni, tanti i fumettisti e gli illustratori che tra i portici e le torri si sono scambiati idee e visioni e dalle torri hanno conquistato tutta la penisola. Su tutti, nomi inarrivabili come Andrea Pazienza, Igort, Magnus, Tamburini e Mattotti. Sono i portici bolognesi ad aver visto nascere riviste cult del fumetto indipendente come gli storici “Frigidaire” e “Alter Alter” del collettivo Valvoline di cui Paz faceva parte. E ancora, Coconino Press, nome di punta dell’editoria del fumetto italiana.
Una conquista su più fronti e ad ampio spettro quella del mondo dell’arte bolognese, una conquista che però mai dimentica la sua vera natura e la sua vera ragion d’essere: la libertà di espressione, l’autonomia, l’indipendenza.
Ed è su questi binari che si muove Joint Arts, l’associazione culturale bolognese che da anni si occupa di ricerca storica nell'ambito di graffiti, illustrazione e fumetto.
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Dal 30 marzo al 6 aprile il focus di Joint Arts verrà centrato su Alessandro Grambone, in arte Gramba, giovane ma attivissimo illustratore bolognese che allo spazio espositivo Dynamo presenterà le sue opere in una mostra dal nome che è già presagio di stimolo, meraviglia e ricerca: “Delirio particolare”.
Una selezione attenta di tavole originali nella sua eterogeneità, senza dimenticare di lasciar trasparire il suo approccio ironico e naif, il suo umorismo irriverente e anche la vena tragicomica e surreale.
dal COMUNICATO STAMPA:
Classe ’79, Alessadro Grambone in arte Gramba è un giovane illustratore bolognese autodidatta.
Dice di sé: “Quando avevo 8 anni, durante i ricevimenti generali degli insegnanti, la maestra disse ai miei che io venivo a scuola solo per star in compagnia e far il pagliaccio. Ho cercato di farne una regola di vita.”
Questa regola si traduce nel lavoro artistico di Gramba attraverso un approccio ironico e naif affiancato da un umorismo irriverente, che sotto il divertimento iniziale nasconde una sensibilità ed attenzione per il vissuto contemporaneo capace di spingere l’osservatore a prendere consapevolezza e ad avvicinarsi, seppur con un sorriso sulle labbra, a ciò da cui di solito distoglie lo sguardo: “Contro una bellezza che vuole farsi riconoscere da lontano cerco un disegno che pretenda l’avvicinamento da parte dello spettatore ma che sopratutto intrattenga e faccia divertire, che non vuol farsi riconoscere ma scoprire”.
Questo approccio è evidente nella serie Masse, le intricate e fitte tavole dove Gramba ama nascondere i personaggi che abitano il suo immaginario. Come in un horror vacui dei giorni nostri, Gramba cerca di “portare l’attenzione dello spettatore sui particolari, lasciando che possa fantasticare sulle storie che nascondono senza direttive rigide. Cerco di offrire una certa generosità nel disegno con l’offerta d’immagini traboccanti per contrastare l’attuale propensione a voler piacere offrendo poco (slogan, spot, loghi… )” Marginalità, una vena tragicomica e surreale ed il giocare a smontare personaggi archetipicamente positivi sono temi che attraversano la poetica di questo autore, dalla coppia Nonno&Cinno (“il racconto su chi vive in una fase di vita marginale perche ha ancora poco da vivere”), al pigro supereroe Gatman fino alle avventure tossiche dei Pereroi.
Il vernissage della mostra sarà accompagnato dalla musica del bluesman Paul Venturi, che insieme al socio Simone Scifoni rappresenterà l’Italia all’International Blues festival di Memphis a Marzo, e da quella della coppia chitarra/batteria Masuorama.
(c) Isabella Di Bartolomeo