Invasion of privacy | Cardi B

Invasion of privacy | Cardi B

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Nella vita non avrei mai pensato che mi sarebbe piaciuto un album hip-hop o trap: se un anno fa mi avessero detto che avrei deciso di recensire con un poco velato entusiasmo “Invasion of privacy”, l’attesissimo disco di Cardi B, sarei scoppiata in una sonora risata di scherno. Invece ultimamente, grazie ad amicizie illuminate nel campo, ho iniziato ad apprezzare alcuni beat, la capacità di scrivere rime e parte di ciò che gira intorno alla cultura di questo genere. In tutto ciò non può mancare quel gran personaggione che è Cardi B, diventata in pochissimo tempo la regina della trap made in USA. Partita dai bassifondi del Bronx, stripper per scelta e per scappare da una relazione violenta, protagonista di reality TV dal dubbio gusto e infine rapper senza peli sulla lingua. La storia di Cardi B potrebbe riempire dei libri, ma lei la concentra tutto in “Invasion of Privacy”, disco anticipato dai singoli “Bodak Yellow” e “Bartier Cardi”, entrambi diventati icone istantanee.
L’album è duro ma lancia un messaggio importante: dalle situazioni difficili si può uscire e si può diventare regine incontrastate, bisogna solo farsi un mazzo quadrato.

Invasion of privacy” vede la collaborazione con producer di alto livello e guest che completano bene la tecnica di Cardi, compresi Chance The Rapper, SZA e Migos, con Offset (fidanzato di Cardi) che scherza molto sulla loro relazione sul suo contributo alla carriera di lei.

L’album è l’ascolto ideale per chi si approccia al genere, poichè contiene un po’ di tutto: non ti piace la trap? Fa niente, c’è un po’ di old school. Preferisci il gangsta? C’è anche quello. Ti piace solo la tamarraggine di Cardi B? Perfetto, questo è un tubetto infinito di sfrontatezza e arroganza, completamente giustificata dal carattere della rapper.


Ascoltando attentamente Cardi B, è facile accorgersi che il suo rappato ed il suo parlato sono caratterizzati da un personalissimo accento (un misto fra sudamericano e slang del Bronx) e dalla sua inflessione, che la rendono ancora più appropriata per questo genere musicale: il trono è suo, come suo è il Bronx e sue sono le storie che racconta nella sua “invasione”. Nei primi versi di “Get up 10”, canzone di apertura, non fa sconti né prigionieri e mette in chiaro le cose: lei è quello che è, se non sta bene a nessuno lei se ne frega e usa le sue Louboutin come arma.

Cardi B è un personaggio non per tutti, ma va rispettata come donna e come artista, perché non ha vergogna del suo passato, della chirurgia estetica, della miseria dalla quale proviene, nè pretende di essere qualcuno che non è e rimane una sé stessa intonsa e pulita, con la lingua affilata e le rime che seguono il suo brainstorming personale. Tutta questa genuinità, confluita magistralmente nelle canzoni, rendono il disco un gioiello più di hip-hop che di trap, anche se è tutto cesellato alla perfezione.

Cardi B è il sogno americano fatto a persona e non ha paura di mandarvi a quel paese se cercate di metterle i bastoni fra le ruote.
Il mio consiglio spassionato è quello di ascoltare “Invasion of privacy” mentre si corre o per un allenamento faticoso: vi farà sentire le baddest bitches around, a prescindere dal vostro genere di appartenenza. 

© Fiorella Vacirca

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