Bologna, Unipol Arena. 21/04/2018
Raccontare un concerto di Roger Waters non è un’impresa facile, perché, mai come in questo caso, il termine concerto è davvero riduttivo.
Sarebbe fin troppo facile narrare pezzo per pezzo, uno show che ti lascia a bocca aperta per la sua bellezza e la sua precisione.
La produzione di questo “Us and Them Tour” è spettacolare sotto ogni punto di vista: il repertorio dei Pink Floyd viene eseguito in maniera impeccabile, e qui una menzione speciale va fatta alla band che supporta Waters in questo tour. Dave Kilminster e Jonathan Wilson hanno la grande responsabilità di sostituire Gilmour, il primo nelle parti soliste di chitarra, ed il secondo nelle parti vocali, e le Lucius che con le loro voci esplosive sottolineano momenti cruciali della serata, come “The great Gig in the Sky”, svolgono un lavoro eccezionale dimostrandosi artisti di altissimo livello. Spesso Waters lascia loro il centro della scena, meritatamente aggiungiamo noi, anche per tirare un po’ il fiato. Sì perché quasi ci si dimentica che questo signore ha 74 anni!!!
La parte visual del live è qualcosa di eccezionale.
Sul megaschermo alle spalle della band, scorrono di continuo immagini perfettamente studiate per ogni pezzo, si resta a bocca aperta quando sul pubblico si forma una piramide di luce e si vede il prisma di “The dark Side of The Moon” prendere vita, ti viene la pelle d’oca quando al centro della Unipol Arena compare la Battersea Power Station della copertina di “Animals” mentre un maiale-drone sorvola il pubblico.
Ma, anche se può sembrare incredibile, c’è di più. E qui entra in gioco il fantastico e smisurato ego di Roger Waters, che non si limita a portare in giro per il mondo la sua musica, che lo renderà immortale, ma la utilizza per diffondere un messaggio che va oltre. Non c’è un solo istante dello show che non sia permeato delle sue idee sui temi più scottanti della cronaca mondiale. E’ per questo che amo profondamente questo artista; porta avanti le sue idee, prende posizione in maniera netta, senza girare intorno alle questioni.
ELEVA L’ARTE DELLA MUSICA, UTILIZZANDOLA PER SCUOTERE LE COSCIENZE.
E ci riesce in più di un occasione, ve lo posso assicurare. Quando in "Deja Vù" (che anche dal vivo si conferma come il pezzo più bello del suo ultimo album), il suono del vetro che va in frantumi viene sostituito dall’esplosione (con tanto di video) di una delle, cosiddette, bombe intelligenti che portano la democrazia in giro per il mondo, non puoi restare indifferente. Quando la splendida semplicità di “Mother” ci invita a non fidarci dei governi, non può non scapparti un sorriso amaro. Quando leggi le deliranti dichiarazioni di Trump su questi schermi che sembrano prendere vita, non puoi non dargli ragione se lo definisce un maiale…
Il live si conclude con Waters che saluta il pubblico, quasi commosso, sventolando una bandiera palestinese regalatagli da un fan. E mentre la ripone con una cura quasi maniacale, come fosse un tesoro inestimabile, sale dentro me la sensazione di aver partecipato a qualcosa di grande, che non dimenticherò mai; e quando le luci si accendono e posso vedere gli sguardi di chi mi circonda, mi rendo conto che non sono l’unico a pensarla così.
Il messaggio è chiaro, dobbiamo restare umani, dobbiamo resistere. E di fronte a tanta bellezza non sembra una cosa così impossibile.
Chapeau Mr Waters.
Scaletta:
Speak to Me / Breathe
One of These Days
Time / Breathe (Reprise)
The Great Gig in the Sky
Welcome to the Machine
Déjà Vu
The Last Refugee
Picture That
Wish You Were Here
The Happiest Days of Our Lives
Another Brick in the Wall, Part 2 / Another Brick in the Wall, Part 3
Dogs
Pigs (Three Different Ones)
Money
Us and Them
Smell the Roses
Brain Damage
Eclipse
BIS
Mother
Comfortably Numb
© Luca Cameli