Universal Sex Arena – Abdita
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A quattro anni dal primo album “Romancitysm”, tornano gli Universal Sex Arena con “Abdita”, un disco che si posiziona al di là di diversi confini. Prima di tutto quelle delle influenze: si trova un po' di tutto, un vero e proprio diagramma di Venn musicale; poi il confine delle collaborazioni: perfetta l'accoppiata con Luca Ferrari dei Verdena che in ben tre pezzi spacca tutto con il suo stile inconfondibile. Menziono ancora il confine fisico del nostro Paese, l’italia: gli Universal Sex Arena zompano all’estero per scegliere accuratamente gli elementi migliori della musica internazionale. Se non sapeste che è un gruppo italiano, non ve ne accorgereste neanche.
Etichetta: La Tempesta International
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Arvioux – Ep “A safe place”
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Arviux, nome d'arte del bresciano Alberto Gatti, giunge al secondo EP con il suo “A safe place”. Prodotto a Berlino, patria della musica elettronica, l'EP è composto di 4 pezzi un po' chiusi e di poco impatto.
Diciamo che il titolo è un caso di nomen omen, Arviux ha voluto giocare sul sicuro mischiando qualche genere che andasse bene insieme, senza spingere sulla sperimentazione. “A safe place” rimane un mistone poco personale, né carne né pesce.
Etichetta: Costello's Records
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Fluxus – Non si sa dove mettersi
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Dici Fluxus ed è subito anni '90: il gruppo era fisso nelle playlist (ai tempi nelle cassette e nei primi CD masterizzati) di tanti di quegli adolescenti incazzati che la metà bastavano, con il loro hard rock sporchissimo. Sono rimasti praticamente gli stessi anche al quinto album “Non si sa dove mettersi”, ovviamente autoprodotto e ovviamente incazzato, incazzatissimo, dalla firma riconoscibile con suoni che sanno di casa, perfettamente incastonati nel loro stile. Per i nostalgici, per quelli che amano le chitarre spianate e la voce impazzita, per chi ha ancora voglia di saltare in mezzo al pogo e riflettere sui testi mentre lo fa.
Domenico Imperato – Bellavista
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Domenico Imperato è uno di quei cantautori italiani che sembra aver capito tutto della musica: quella italiana, quella internazionale, quella brasiliana, basta che sia musica e lui riesce a prenderla, impastarla e inciderla con invidiabile precisione.
“Bellavista” è un album di incredibile varietà di stili incastrati benissimo fra di loro. Si viaggia dal Brasile alla Patagonia, per tornare in Italia con atmosfere più che tradizionali. L'album promette bene fin dalle prime note e mantiene alla grande con la title track, che va a chiudere un viaggio inaspettato e da ripetere.
Etichetta: Lapilla Records/Ponderosa Records
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Rhò – Neon Desert
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Black Horse, brano di apertura di “Neon Desert” è sicuramente il pezzo più forte dell'album dell'artista romano Rhò.
Rhò fa musica elettronica e la fa bene, mette tutti i tasselli al punto giusto creando un puzzle completo e ben visibile, anche se ancora un po' “sporcato” da un'italianità che spegne di qualche tono il clima. Durante l'ascolto si riconoscono ondate atmosferiche chiare e scure, come se Rhò accendesse e spegnesse di continuo la luce. Fra il buio e la luce inciampa in melodie che funzionerebbero meglio se fossero più minimal. In generale “Neon Desert” è un buon disco, che alterna momenti interessanti ad altri “già telefonati”.
Etichetta: Believe
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© Fiorella Vacirca