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I Voina sono quattro ragazzi abruzzesi con l’urgente impulso di esprimere in musica tutta la loro rabbia e la loro insofferenza per la società odierna.
A distanza di due anni dall’esordio discografico con “Noi non siamo infinito”, i Voina tornano nuovamente a calcare le scene - e gli scaffali - con “Alcol schifo e nostalgia”, il loro secondo album in uscita il 3 marzo per l’etichetta indipendente INRI.
Alcol, schifo, nostalgia.
Tre parole che racchiudono perfettamente il concept che lega le 10 canzoni del cd e, se vogliamo, dell’intera produzione del gruppo.
Il gruppo abruzzese ha la classica composizione delle rock band - voce, chitarra, basso e batteria - e un retaggio musicale che spazia dai Sonic Youth ai Black Flag, allargando e rendendo labili così i classici confini tra rock, punk e noise. Una conquista territoriale a colpi di overdrive visibilissima nelle 10 tracce del disco che spaziano dal ritmo incalzante e arrabbiato (Bere) alla rock ballad (Ossa).
Come musicisti i Voina sono preparati e il lavoro fatto sull’album per arrangiamenti e post produzione arriva in pieno. Si avverte anche una capacità compositiva non facile da trovare nel panorama alt rock italiano.
Ma quello che generalmente è un pregio, in questo caso diventa una nota negativa. Perchè?
Perchè i Voina parlano di rabbia e disillusione, descrivono una generazione in guerra con sé stessa ma lo fanno in modo pulito, quasi ordinato, con i volumi perfetti e il sound (quasi) impeccabile. Così facendo spezzano l’illusione, i testi diventano un po’ ripetitivi e poco incisivi. Sembra quasi di avere a che fare con adolescenti mai soddisfatti e non con un gruppo perfettamente formato e in grado di suonare bene.
Il desiderio di rivalsa e di critica sociale sono evidenti:
“Vi aspettavate di più da tutto quello che ho ma è solo colpa della vostra arroganza, dei vostri debiti degli anni ottanta” (in Anni ottanta) ma sono espressi in modo forse un po’ semplicistico. Senza considerare che frasi come “uscire di casa, rompere tutto non chiedere scusa se mi vomito addosso” (in Bere) funzionano indubbiamente meglio con suoni sporchi da garage band.
Sicuramente la potenza dei Voina emerge violenta durante i live, dimensione certo più congeniale per i quattro musicisti abruzzesi e per le loro canzoni perfette per schiacciare lo schifo e la nostalgia a colpi di pogo selvaggio e per urlare fuori la rabbia con un bicchiere di birra tra le mani.
Voina - Alcol, schifo e nostalgia
Uscita - 3 marzo
Etichetta: INRI
Tracce: 10
Genere: Alt rock
© Marco Castelletti