+++++
“Hide Vincent” è il titolo del primo album dell’omonimo artista uscito in questo freddo inizio dell’anno. Visto il clima, i dieci pezzi che compongono il disco del giovane cantautore salernitano si sono incastrati alla perfezione accompagnandomi in queste giornate passate a difendermi dal tempo e dall’umore uggioso.
Occorre non farsi trarre in inganno, Hide Vincent è il nome d’arte di un ragazzo italianissimo, Mario Perna, che canta in inglese guardando all’estero per la sua ispirazione. L’artista sembra pescare a piene mani dallo stesso panorama musicale di Damien Rice e Bon Iver. La bussola musicale del cantautore diventa chiara con il suo omaggio al Rice di “O” nella cover (peraltro ben riuscita) di "Delicate".
In realtà tutto l’album è pervaso di grande delicatezza.
Grande merito agli arrangiamenti, curati da IMRecording Studio in veste anche di produttore, che abbracciano i testi del giovane Hide Vincent . Ma anche del violoncello (suonato da Sharon Viola) che arricchisce di molto il tappeto sonoro, regalandogli quella nota che sa essere velluto ma al contempo incisiva come lama.
La bellissima "Blood Houses" è la canzone scelta come singolo di lancio, supportata dal video - diretto da Indiba Film e dallo stesso Hide Vincent - che accompagna magistralmente il senso di cui tutto l’album è pervaso: fragilità e nostalgia. Temi racchiusi alla perfezione, quasi come sunto finale, nella musica e nel testo dell’ultimo brano dell’album: "Yellow Lights and Blue Seas".
Se volessimo trovare un difetto a quest’album, potremmo accusarlo di essere poco originale. Scarsa originalità che però è perfettamente scusabile, vista la giovane età dell’autore. Il risultato è comunque un album piacevole e avvolgente, soprattutto all’interno di un panorama italiano dove sintetizzatori e incursioni pop nella musica cantautoriale spesso risultano troppo invadenti.
Album: Hide Vincent
Artista: Hide Vincent
Tracce: 10
Genere: Folk, Rock, Indie
Uscita: 27 Gennaio 2017
Produttore: IMRecording Studio
© Marco Castelletti