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Dulcamara, oltre ad essere una pianta velenosa ed un personaggio de “L’Elisir d’Amore” di Gaetano Donizetti, è anche il nome d’arte dietro al quale si nasconde il musicista faentino Mattia Zani, giunto con “Indiana” alla sua quarta prova in studio.
L’album, in uscita il 25 novembre per INRI, si compone di tredici tracce davvero ben confezionate ed è coerente con il cammino intrapreso dal cantautore di Faenza. Gli echi hip-hop, che tanto hanno caratterizzato l’inizio della sua carriera, sono lontani e le sonorità del disco, sempre a cavallo tra il rock ed un folk moderno, dimostrano quanto il periodo trascorso negli Stati Uniti abbia influenzato l’artista.
Il sound dell’album è immaginìfico, con il suo incedere delicato riesce a farti intravedere luoghi lontani e ti fa pensare come sarebbe stare in quegli spazi sconfinati che abbiamo imparato a conoscere con i film americani, quasi fosse una colonna sonora più che un disco.
I testi parlano di temi molto classici come l’amore, il viaggio e la separazione, sempre con una certa malinconia ricorrente in tutte le canzoni che a volte diventa quasi autoironia, a dimostrazione di quanto sia personale questo lavoro.
Insomma, siamo al cospetto di un bel disco che sicuramente catturerà l’attenzione degli amanti del folk di casa nostra. Ma c’è un però.
“Indiana”, per quanto sia ben fatto, alla lunga risulta un po' piatto, quasi sommesso. Manca quel guizzo che ti fa venire voglia di riascoltare l’album, alla lunga le canzoni scorrono via, una dietro l’altra, lasciandoti quasi indifferente. Ci sono belle canzoni ma non quel pezzo che ti entra in testa e trascina l’album.
I testi con la loro metrica a volte sbilenca sono forse la cosa migliore del disco, ma diventano un’arma a doppio taglio perché mettono in mostra i limiti di Dulcamara che troppo spesso sussurra più che cantare, facendo della noia la vera caratteristica di questo album.
Ed è davvero un peccato, perché di spunti interessanti ce ne sono tanti, la cura del prodotto è fuori discussione ma difficilmente questo disco permetterà al cantautore faentino di raggiungere un grande pubblico.
Che non è un male, in fin dei conti, non tutti inseguono il successo fatto di numeri ma dispiace perché “Indiana” sa tanto di occasione persa.
BRANI MIGLIORI:"Rituale", "Terminal", "Stelle identiche"
Artista: Dulcamara
Album: Indiana
Tracce: 13
Etichetta discografica: INRI
Uscita: 25 novembre 2016
Genere: Folk, Cantautorato
© Luca Cameli